Rapporto Italiani nel Mondo:+76,6% in 15 anni, tra loro i nostri missionari

Brasile ed Argentina tra i primi due Paesi di destinazione in America Latina; l'Europa resta la meta preferita di chi parte.

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In quindici anni gli italiani nel mondo sono aumentati del 76,6%, raggiungendo la cifra record di 5,5 milioni di persone. E tra di loro ci sono anche i nostri missionari (laici, fidei donum, religiosi e religiose), che da anni vivono nelle diocesi dei Paesi di destinazione, soprattutto in America Latina. Il Brasile rimane il Paese prediletto dagli italiani in quest’area del globo.

I numeri sono contenuti nel Rapporto Italiani nel Mondo, appena pubblicato dalla Fondazione Migrantes della Cei, e presentato oggi in diretta streaming.

In base ai registri degli iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE), gli italiani che vivono fuori dal nostro Paese nel 2006 erano 3milioni e 106mila, e nel 2020 sono quasi raddoppiati. 

Migranti, quindi, siamo anche noi: nel solo 2009 hanno lasciato l’Italia ben 131.000 italiani. E non sono solo “cervelli in fuga” molto qualificati, una narrazione che è diventata “un mito” senza più fondamento. «La maggioranza degli italiani che lasciano il paese ha in tasca solo un diploma ed è alla ricerca di lavori generici», spiega il rapporto.

Proprio nell’evidenziare «l’importanza della mobilità umana» in ogni direzione, il presidente della Cei, monsignor Gualtiero Bassetti, ha ricordato «i missionari, i religiosi e le religiose, i laici che dedicano il loro tempo e spesso la loro vita alla causa migratoria, insieme alle migliaia di persone a servizio dei nostri connazionali all’estero nelle Missioni Cattoliche di Lingua Italiana.

E difatti la presenza italiana all’estero risulta dall’analisi del Rapporto della Migrantes, assolutamente sfaccettata.

«La complessità è tanta, non possiamo tracciare un solo identikit dell’italiano all’estero – ha spiegato la curatrice del Rapporto, Delfina Licata – : accanto ai giovani ci sono i minori, il che vuole dire che a spostarsi sono anche interi nuclei famigliari. Ma la maggior parte è rappresentata da italiani adulti, maturi o pensionati».

All’interno di questa categoria, con persone di età superiore ai 50 anni, rientrano moltissimi dei nostri missionari, «o perlomeno coloro che tra i missionari italiani si sono iscritti all’Aire», precisa Licata.

Ma dove risiedono questi connazionali all’estero?  

Il 72,9% dei quasi 131 mila iscritti è in Europa e il 20,5% in America (di questi, il 14,3% in quella meridionale). Il Brasile si colloca al quarto posto, mentre l’Argentina ricopre l’ottava posizione.

«Tra le prime 20 mete troviamo nazioni di quattro continenti diversi, ma ben 14 sono paesi europei. In quarta posizione troviamo il Brasile che insieme all’Argentina (8° posto) e agli Stati Uniti (7° posto) rappresentano il continente americano che si completa dell’Oceania con l’Australia (9° posto), dell’Asia (Emirati Arabi, 19° posto) e dell’Africa (Tunisia, 23° posto)».

Nel tirare le fila di questo ultimo Rapporto, frutto della collaborazione di oltre 700 ricercatori italiani in ogni angolo del pianeta, monsignor Di Tora, presidente della Fondazione Migrantes, ha ringraziato quanti lo rendono possibile.

«Sono 15 anni di questo rapporto – ha detto – che la Fondazione dedica non solo agli italiani all’estero ma alle diverse strutture che collaborano per renderlo possibile. Si tratta di strutture sempre più fondamentali».

E tra queste realtà ci sono anche le missioni cattoliche: «grazie, perchè ci date la possibilità anche attraverso i missionari italiani all’estero, di rendere fattibile questo lavoro», ha detto Delfina Licata. 

«Alla fondazione Migrantes è stato dato il compito di approfondire, per camminare accanto agli immigrati, cosa che diventa un farsi prossimo, come il Samaritano che il Papa ricorda nell’enciclica Fratelli tutti – ha concluso monsignor Di Tora – l’Italia è un Paese non solo di immigrazione, dunque, tema che ci interroga».