In attesa del Papa a Goma, la Chiesa prepara il terreno (e la cattedrale)

"Mama wa Amani" è la nuova cattedrale che sarà benedetta ed inaugurata dal Pontefice, ma non è ancora del tutto ultimata.

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«Il Papa viene a dirci: ‘Congolesi, riconciliatevi!’ La Repubblica Democratica del Congo è un Paese enorme e molto ricco, ma c’è una sofferenza diffusa nella società.

Il Pontefice viene da noi in un momento molto travagliato della vita del nostro Paese. Per esempio sarà a Goma, dove c’è tensione, ci sono gruppi armati che diffondono il terrore per motivi egoistici, anche se è la parte più ricca del Paese».

A parlare con Acs (Aiuto alla Chiesa che Soffre) è Monsignor Timothée Bodika Mansiyai, vescovo di Kikwit, diocesi centro-occidentale del Paese africano.

Papa Francesco sarà in Congo dal 2 al 5 luglio prossimi e la trepidante attesa per la gente comune (e per i rappresentanti ecclesiastici) è già iniziata.

 «Quando è stata resa pubblica la notizia della visita siamo rimasti entusiasti. Questo è San Pietro che viene da noi. Viene come Pastore, per confermarci nella fede, e ci sentiamo molto benedetti dalla sua visita», dice ancora monsignor Bodika.

Il quotidiano francofono Jeune Afrique racconta come l’8 maggio scorso si sia svolta una visita ufficiale governativa sul sito (la grande spianata) dove verrà celebrata la messa apostolica di luglio: con il vice-governatore del Nord-Kivu e il vescovo di Goma, la delegazione ha fatto tappa a Chegera, il villaggio dove Papa Francesco dovrebbe approdare. (Clicca qui)

Si tratta di uno dei luoghi più colpiti dal vulcano Nyiragongo a maggio del 2021 e di una zona molto vicina al luogo dell’assassinio dell’ambasciatore italiano a Kinshasa, Luca Attanasio, a febbraio dello stesso anno.

«In attesa del Pontefice oggi il vescovo è andato a celebrare la messa, assieme ai giovani, nella spianata dove accoglieremo il Santo Padre, ed è stato molto bello!», ci ha raccontato l’8 maggio scorso Antonina Lo Schiavo, missionaria comboniana a Goma.

Il Papa potrebbe anche facilitare la riconciliazione tra i sostenitori dell’ex premier Kabila e i suoi detrattori, afferma Jeune Afrique, consacrando e benedicendo per la prima volta la cattedrale di Goma «Mama wa Amani», Notre-Dame de la Paix.

Questa chiesa venne finanziata a suo tempo dall’ex first lady Olive Lembe Kabila, moglie di Joseph Kabila ma i lavori sono rimasti fermi a lungo.

La prima pietra dell’enorme e moderna chiesa (con una capienza di 3500 posti, la terza d’Africa per grandezza) di Mama wa Amani, è stata posta nel 2014 ma ci sono voluti altri otto anni e la promessa di un viaggio apostolico per riuscire ad ultimarla.

Naturalmente i missionari italiani che vivono nell’est del Paese, in particolare nel Nord Kivu, saranno in prima fila ed attendono da tempo il momento di vedere arrivare il Papa a Goma.

«Aspettiamo da sei anni la visita di Francesco – ci ha raccontato padre Gaspare Trasparano, comboniano a Goma, e direttoredelle Pontificie Opere Missionarie del Paese – e ci auguriamo che la presenza del Papa a Goma possa smuovere le cose e accendere un riflettore sull’est del Congo.

La speranza è che si arrivi all’apertura di un processo contro i massacri, presso la Corte Penale Internazionale».

Il riferimento è ai continui attentati ai civili in tutta la regione e in particolare a Beni. Il missionario conferma che il Santo Padre farà almeno due tappe congolesi ed incontrerà una delegazione delle famiglie delle vittime.

«I Caschi Blu dell’Onu dicono di avere la documentazione, che con i droni hanno ripreso gli autori dei massacri e che ci saranno dei processi, ma questo non avviene mai – aggiunge padre Gaspare – Noi preghiamo affinchè la presenza del papa spinga per l’apertura di un processo all’Aja».

Nonostante tutti i problemi che affliggono la nazione, i congolesi hanno qualcosa da offrire anche alla Chiesa universale, afferma il vescovo Bodika.

«Nella Repubblica Democratica del Congo, seguendo il Concilio Vaticano II, abbiamo lavorato molto per valorizzare i laici nella Chiesa. Direi al Papa: Santo ‘Padre, sono il presidente della Commissione episcopale per i laici. Vede, ci sono i laici. Vede, i giovani?!’», conclude.