In Africa un sinodo all’insegna dell’inclusione: centralità a donne e giovani

Il salesiano don Angelo Regazzo commenta con noi il senso dell'Assemblea sinodale africana appena conclusa

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«Noi salesiani siamo davvero molto contenti che questo Sinodo africano abbia dato valore a tutti, e in particolare messo al centro le donne e i giovani».

Sono le parole di don Angelo Regazzo, missionario salesiano nella capitale etiopica, che commenta con noi in questa intervista l’esito dell’Assemblea sinodale Continentale tenutasi ad Addis Abeba dal primo marzo scorso ad oggi. 

«Io personalmente ho potuto incontrare il cardinal Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat – ci racconta don Angelo – che ha partecipato all’assemblea sinodale ed è rimasto molto ben impressionato.

La parola inclusività è risuonata più volte anche nel documento finale, e si traduce nel dare importanza e centralità nella Chiesa alle donne laiche, ai giovani e agli ammalati».

Don Angelo spiega che:

«la donna in Africa è colei che lavora e fa tanto ma nella Chiesa non è considerata quanto si dovrebbe; invece tutti i membri del sinodo hanno approfondito questo punto.

Per noi missionari è stata una conferma, perchè abbiamo sempre cercato di mettere al centro le laiche: sono mamme, mogli e persone molto attive e capaci».

In uno dei passaggi chiave del documento finale del sinodo si parla in tal senso del superamento delle strutture gerarchiche per far spazio ad una Chiesa orizzontale:

«Come famiglia sinodale noi ricerchiamo una genuina conversione e una riforma.

Ci impegniamo a superare le rigide strutture gerarchiche, le tendenze autocratiche insane e un clericalismo deleterio; nonchè l’individualismo che isola e mina le relazioni tra i vescovi, i sacerdoti e i laici».

(clicca qui per leggere il documento finale). 

 Don Regazzo prosegue con noi la sua analisi spiegando che:

«è stato davvero un bene che questo sinodo abbia toccato i nodi cruciali: anche il tema dei giovani, normalmente lasciati da parte e sfruttati dai governi, è stato messo al centro.

La Chiesa per loro può fare davvero molto».

In particolare i missionari salesiani, che hanno a cuore la cura dei più piccoli «hanno sempre tanto insistito per rendere più partecipi i giovani».

Sebbene il cardinal Lopez non sia «potuto andare a visitare il Bosco Children di Addis Abeba», don Angelo ha ricevuto da lui la conferma che il sinodo «è stato una spinta in avanti per coinvolgere tutte le fasce sociali. L’Africa intera ne aveva davvero bisogno per smuovere la acque!».

Si è messo anche l’accento suo ruolo degli ammalati nella Chiesa africana:

«essi possono essere una forza e tramite la loro sofferenza possono influire e chiedere al Signore di intervenire e allo Spirito Santo di agire», dice don Regazzo.

Molto importante anche il riferimento del sinodo alle società indigene; nella parte finale del documento ufficiale si legge:

«Noi camminiamo insieme con gli altri, apprezzando le differenze culturali come elementi che ci aiutano a crescere.

Diamo ascolto alla spiritualità e saggezza dei popoli indigeni e alle culture locali».

(La foto è della Fondazione Missio)