Golpe in Sudan: Stato di emergenza, ancora proteste in strada

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Strade deserte e calma apparente stamattina presto a Khartoum, dopo la grande tensione di ieri e la violenza della notte precedente, quando i militari hanno prelevato da casa sua il primo ministro Abdalla Hamdok e lo hanno portato in una località sconosciuta. (Clicca qui per leggere la notizia).

Nel giro di alcune ore i manifestanti anti-golpe sono tornati a protestare anche oggi per le vie della capitale. 

«Ieri erano scesi in strada a migliaia ma l’esercito non c’è andato leggero», racconta una nostra fonte a Khartoum.

Almeno tre persone sono state uccise dai militari e altre sono rimaste ferite. Nel corso di questa mattina diverse decine di persone sono di nuovo scese in strada, come conferma Al Jazeera, ben sapendo che schierarsi contro l’esercito significa rischiare la vita.

Il Sudan è nella morsa di un Colpo di Stato militare ‘annunciato’ da settimane, e messo in atto nella notte tra il 24 e il 25 ottobre, con lo scioglimento del governo provvisorio e la presa del potere da parte del generale Abdel Fattah al-Burhan. E’ stato annunciato lo Stato d’emergenza da parte dell’esercito.

Il generale Burhan ha sciolto anche i sindacati e interrotto le comunicazioni da parte di Sky news Arabia, Al-Hadath e altre emittenti locali.

I capi dell’esercito, che sulla carta avrebbero dovuto continuare a governare in maniera alternata assieme ai civili, trainando il Paese verso elezioni democratiche, hanno rotto l’accordo.

La popolazione appare divisa: i militari hanno una parte di consenso (sebbene molto pilotato), ma una consistente fetta della società civile sudanese è contro i golpisti.

«Qualcuno stamattina si muoveva in cerca di negozi per fare delle scorte – racconta la fonte  –  Domani sarebbe giorno di paga, quindi sarà dura non ricevere soldi e dover sopravvivere».

Il problema in Sudan è anche la pesante situazione economica che sta portando il Paese alla fame: con una popolazione di oltre 41 milioni di persone, il Paese africano presenta un tasso di povertà elevatissimo, che va oltre il 50%.

(La foto è wikipedia di Ahmed Rabea – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18352153)