A Mosul un “giusto” dell’Islam

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Non si tratta di un “giusto tra le nazioni” nel significato stretto del termine attribuito a chi, rischiando la propria vita, ha salvato un ebreo durante la persecuzione nazista del secolo scorso. Si tratta di un “giusto” dei nostri giorni, che di fronte alle violenze della dominazione jihadista a Mosul, ha salvato la vita a due anziane donne cristiane, accogliendole in famiglia e presentandole come “nonna” e “zia”.

Il protagonista di questa storia di coraggio – che inizia nel 2014, ma di cui si è venuto a sapere soltanto a fine maggio scorso – si chiama Elias Abu Ahmed ed è musulmano: insieme alle sue due mogli e ai 14 figli, ha accolto in casa propria Camilla Haddad e Mary Fathohi Weber (quest’ultima deceduta nel 2015 di morte naturale).

«Le ho considerate come parte della mia famiglia, ripetendo spesso che “siamo tutti fratelli”», ha commentato l’uomo quando questa storia è venuta alla luce.

Ciò è accaduto grazie alla tenacia e all’impegno della Chiesa irachena che non ha mai smesso di cercare le due anziane signore di cui si erano perse le tracce nel 2014, durante la prima fase dell’occupazione di Mosul da parte dello Stato Islamico.

Come riferisce AsiaNews, il cardinale Louis Raphael Sako, patriarca caldeo di Babilonia, ha parlato al telefono con Camilla Haddad che, quando le è stato proposto di trasferirsi in una struttura sanitaria dove poter ricevere maggiori cure, ha risposto di voler restare in casa di Abu Ahmed, perché si sente legata alla famiglia musulmana che l’ha accolta e protetta.

(Foto Mosul da wikipedia).