Dalla Sierra Leone un caffè ‘resistente’ ai cambiamenti climatici

Facebooktwitterlinkedinmail

Il surriscaldamento climatico in Africa sta danneggiando seriamente molte colture, compresa quella del caffè. Secondo la World Coffee Research, istituto di ricerca no profit della California, le coltivazioni di Coffea Arabica sono altamente a rischio nel continente e questo significa ulteriore povertà.

La temperatura massima che le piantagioni sopportano arriva a 32 gradi centigradi, limite oltre il quale persino il caffè muore. Soprattutto laddove siccità e nuovi parassiti aggrediscono i campi distruggendo le piante.

Secondo le ricerche, entro il 2050 circa metà del suolo usato per le piantagioni di caffè d’alta qualità sarà improduttivo.

Per ovviare a questo rischio, che distruggerebbe tra le altre le economie di Togo e Sierra Leone, gli scienziati hanno riscoperto una specie rara, la Stenophylla, resistente ad altissime temperature. Somiglia molto all’Arabica, dal gusto forte e corposo, ma è molto meno delicata.

«Abbiamo testato diverse qualità di caffè ma tutte le altre, pur essendo più resistenti, non erano neanche lontanamente paragonabili all’Arabica per il sapore», ha spiegato Aaron Davis, a capo della ricerca.

Essendo una pianta da ombra, il suo habitat ideale è il sottobosco delle foreste tropicali: sulle colline della Sierra Leone, per esempio, gli alberi di Coffea Stenophylla crescono spontaneamente. Si tratta di favorirne la coltivazione e di incrementare le quantità.

Questa qualità era quasi scomparsa col tempo perché considerata poco commerciale: richiede infatti nove anni per giungere a maturità e fruttificare, due anni di più dell’arabica e cinque di più della robusta. 

(Foto priva di copyright da Pixabay).