Viaggio Papa in Sud Sudan, padre Carlassare: “messaggio per la Chiesa locale, faremo pellegrinaggio a piedi”

Le attese per la visita apostolica sono tante e riguardano sia i leader politici che quelli religiosi.

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«La visita di papa Francesco ha una importanza storica: è  la prima volta di un papa in Sud Sudan».

Ma ancora più importante è il fatto che «all’inizio del suo ministero papa Francesco si è ritrovato con il paese più giovane al mondo entrato in un conflitto interno che mostrava e mostra quanto la guerra e la violenza siano una sconfitta per tutti».

A parlare così è padre Christian Carlassare, vescovo di Rumbek in Sud Sudan, in attesa del viaggio apostolico che dal 3 al 5 febbraio porterà papa Francesco nel Paese africano.

«Dopo aver spesso menzionato il Sud Sudan nei suoi discorsi, aver pregato per la riconciliazione ed invitato a Roma i leader politici (che hanno in mano le sorti del paese) – spiega il comboniano – il Papa continua ad avere a cuore le persone, specie quelle più povere, tutti i cittadini che sono stati purtroppo messi da parte dagli interessi di alcuni gruppi».

Al viaggio del papa si aggiungerà quello di Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e del reverendo Iain Greenshields, della Chiesa di Scozia che saranno a Juba per accompagnare la missione di Francesco.

Per il vescovo Carlassare un profondo messaggio di rinnovamento e rinascita sarà di certo indirizzato alla Chiesa locale:

«personalmente – dice – mi aspetto che la visita di Francesco richiami la Chiesa ad essere testimonianza di pace e riconciliazione con più energia, insieme alle altre denominazioni cristiane».

Il Sud Sudan, afferma il missionario, ha bisogno di «una chiesa aperta e non chiusa nel proprio ovile».

Che conduca amorevolmente tutti, «senza lasciarsi conquistare dalle logiche di potere e prestigio che sono del mondo, a servizio dei poveri senza autocelebrazioni».

Carlassare si aspetta «un rinnovamento vero e profondo, che faccia tornare la chiesa all’essenziale del Vangelo, alla santità senza compromessi».

Ad una settimana appena dal grande evento «la capitale del Paese, Juba, con entusiasmo si prepara con addobbi, manifesti e fiori – si legge sul sito del World Council of Churches – Le strade e le chiese sono state rimesse a posto per l’occasione, e circolano già le magliette con le immagini dei leader religiosi»,  quella del Papa anzitutto.

La diocesi di Rumbek ha organizzato un pellegrinaggio per l’occasione, che partirà mercoledì 25 gennaio con una cinquantina di giovani.

«Faremo nove tappe in nove comunità cristiane lungo la via e sarà una occasione di animazione per passare il messaggio di comunione e di speranza che porta il pontefice.

Saranno tappe a piedi da circa 20 km al giorno, il resto lo copriremo con i mezzi», spiega  ancora padre Christian.

«I 50 giovani vengono da parrocchie diverse e quindi sarà un segno di unità, non così naturale perché i diversi clan vivono in ostilità per cui il riunirsi insieme non è scontato.

Fra i giovani ci sarà anche una rappresentanza protestante: sarà un pellegrinaggio di pace ecumenico a tutti gli effetti.

Arriveremo a Juba il 2 febbraio e lì  anche noi accoglieremo Papa Francesco».