Verona al cinema con Cinelà, rassegna di film dal Sud del mondo

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Torna con nome e format diversi, ma con le stesse finalità: far conoscere mondi lontani attraverso film dei Paesi del Sud del mondo.

Cinelà è il nuovo logo del Festival di Cinema Africano- FCA di Verona, giunto alla sua 42esima edizione che torna ad accendere gli schermi dal 23 al 26 marzo con la sezione Viaggiatori e Migranti con quattro film al cinema Santa Teresa di Verona.

Le proiezioni riprenderanno a fine giugno con una rassegna di cortometraggi per Africa Short con la partecipazione di artisti e testimonial stranieri; infine a novembre sarà la volta di Educational, un ultimo blocco di proiezioni dedicate ai ragazzi e al mondo della scuola.

Quest’anno FCA ha scelto di allargare l’orizzonte narrativo, e infatti alla tradizionale dizione di Festival di Cinema Africano è stato aggiunto un “e oltre”, perché la necessità di conoscere realtà straniere è diventata una urgente e vitale per la crescita della società multiculturale.

Anche per questo la prèmiere di Cinelà «si colloca nella “Settimana internazionale contro il razzismo”, organizzata in Italia dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali – Unar», spiega Maria Grazia Melegari della Direzione organizzativa della rassegna.

Promosso dal Centro missionario diocesano, dalla Fondazione Nigrizia, da Progetto Mondo, dalla Fondazione San Zeno, Migrantes e, tra gli altri, con il patrocino della Provincia, del Comune e dell’Università di Verona, l’evento apre con un film molto apprezzato in diversi festival internazionali “As fair as i can walk” del regista serbo Stefan Arsenijevic.

A seguire nelle serate successive “Neighbours” del regista curdo Mano Khalil, “Juwaa” del congolese Nganji Mutiri e “Borga” del tedesco York-Fabian Raabe.

«E’ un evento importante per il territorio come testimonia la fiducia che ci hanno dato rappresentanti di istituzioni pubbliche cittadine e di associazioni del terzo settore che ci sostengono –spiega don Giuseppe Mirandola direttore del Centro missionario diocesano.

Dopo i momenti difficili della pandemia e del lockdown, quest’anno Cinelà è un riconoscimento del valore e della storia del Festival ma anche l’incoraggiamento ad uscire dagli schemi.

C’è però il rischio di restare racchiuso nel cerchio di n un pubblico di conoscitori che sanno apprezzare i contenuti di film che vengono dall’Africa.

Siamo convinti che questo sforzo di conoscenza possa aiutare.

Lo scopo del nuovo format è quello di superare gli steccati ideologici e farsi conoscere in contesti nuovi e più ampi».