Una francescana in Argentina, coltivare fiori per la Laudato Sì

Suor Dionella Faoro ci racconta la sua iniziativa a Centenaro Nequén.

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«E’ per me emozionante strappare sorrisi, sorridendo con gli occhi: sorrisi semplici, sinceri, amorosi, fraterni, fuggitivi; sorrisi di persone frettolose, sconosciute ed amiche, con il desiderio di relazioni che in quel momento cancella preoccupazioni, problemi, stati di ansietà, delusioni, stanchezze, per inondare di tenerezza di Dio con una preghiera, una benedizione, un’invocazione di protezione e di speranza».

Inizia così la lettera di suor Dionella Faoro, che ci scrive da Centenaro Neuquén, nel Sudovest dell’Argentina.  

 

«Casa nostra (delle suore francescane elisabettine, ndr) è vicina ad una cappella dedicata a “Gesù Misericordioso”».

 

Durante la pandemia da Covid-19 è stata chiusa al pubblico, perché troppo piccola: «in realtà, è una sala adibita a luogo di preghiera, perché la costruzione della cappella vera e propria non è stata completata per mancanza di denaro».

 

«Le erbacce, nonostante le poche piogge della Patagonia, crescono vigorose in una terra sassosa e sabbiosa. Perché non dare a questo luogo un tocco di allegria e bellezza, segno di speranza?».

 

Qualche persona, anche tra i giovani, passando si fa il segno della croce. Il recinto di rete ora è pulito, senza erbacce, dopo un sabato di lavoro, le vesciche sulle mani, ma con il cuore pieno di soddisfazione e gioia.

 

«La piantagione di fiori è semplice: margherite, belli di notte, fiori gialli, bottoni d’oro, gerani; ho racimolato un po’ di tutto e tutto cresce a poco a poco, con una bella fioritura di colori e profumi».

La lettera prosegue così:

«Tutto questo implica pazienza, amore e tanta acqua. Così è cominciato il prezioso lavoro di annaffiare ogni giorno, alla mattina prima della preghiera e alla sera prima della cena, portando secchi di acqua a queste nuove creature perché crescano belle e vigorose.

 

È stata un’ottima occasione per intrecciare relazioni di sorrisi, di saluto di mani, a volte callose, con le tante persone che passano in auto, in moto o camminando.

 

Con tante di loro è nata un’empatia: volti di uomini, di ragazzi, di donne che vanno a lavorare, di bambini allegri e curiosi, di mamme che vanno a fare spese con i loro figli, di famiglie, mentre i bambini si fermano a contemplare le farfalle e i maggiolini sotto gli occhi orgogliosi e benevoli dei genitori, che pazientemente aspettano che i loro figli soddisfino la gioia di ammirare la madre terra, casa di tutti.

Qualche persona mi chiede sementi, piantine, che con gioia dono abbondantemente.

Altri giardini cresceranno, altre piantine fioriranno, altre sementi germoglieranno. Dove, quando, come, non lo so.

 

Credo e sono convinta che il bene, la fede, la testimonianza, la bontà, la fraternità, la misericordia, la tenerezza si contagino e si trasmettano con il silenzio, le opere e la preghiera, con la speranza e la certezza che il Dio della vita accompagna e benedice ogni uomo e donna di buona volontà per il bene comune e dell’umanità».