Turchia e Siria sotto choc, il terremoto fa centinaia di morti

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La cattedrale di Iskenderun in Turchia del tutto distrutta, edifici rasi al suolo e centinaia di vittime nelle zone colpite dal terremoto di magnitudo 7,8 che questa mattina alle 4.17 ora locale ha fatto tremare la Turchia meridionale e il centro e nord-ovest della Siria. 

I due Paesi sono sotto choc e chiedono di non essere lasciati soli.

«Grazie a Dio qui non ci sono morti – ha dichiarato Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia al Sir – ma purtroppo si registrano centinaia di vittime a Gaziantep, Kahramanmaras e nella zona di Antiochia».

Monsignor Bizzeti è anche presidente di Caritas Turchia e in queste ore, seppur temporaneamente in Italia, sta coordinando il lavoro per portare i soccorsi nelle zone colpite.

Il vicepresidente turco, Fuat Oktay, ha fornito un bilancio provvisorio che parla di 1.710 edifici crollati in dieci province del sud-est anatolico, con Gaziantep e Kahramanmaras le più colpite.

Tragico bilancio anche nella vicina Siria dove i morti sarebbero oltre 230 morti e 600 i feriti, la maggior parte ad Hama, Aleppo e Latakia.

«Ci sono macerie ovunque. Le prime notizie che abbiamo qui parlano di almeno 36 palazzi completamente distrutti con gente rimasta sotto le macerie.

La parrocchia latina dove sono ha avuto anch’essa dei danni ma al momento non registriamo altre criticità».

 E’ la testimonianza resa al Sir da padre Bahjat Elia Karakach, frate della Custodia di Terra Santa e parroco latino di Aleppo.

«La scossa è stata tremenda – racconta – la gente è scesa in strada in preda al panico, almeno chi è riuscito a farlo, tanti, come dicevo, sono rimasti intrappolati.

Qui piove e fa freddo ho visto persone scalze e con indumenti leggeri, in pigiama, fuggire in cerca di un luogo sicuro.

In parrocchia abbiamo aperto dei locali non danneggiati e offerto delle bevande calde e qualcosa da mangiare.

Abbiamo anche pregato per chiedere la protezione di Dio.

Adesso con le prime luci dell’alba la gente sfollata sta facendo rientro nelle abitazioni per fare la conta dei danni, non c’è energia elettrica, una situazione drammatica.

Aspettiamo che i soccorsi arrivino ovunque, adesso è prioritario cercare di salvare quante più vite umane possibile tirandoli via dalle macerie».