Testimonianze missionarie: con padre Zanotelli tra clima, acqua, periferie e povertà

Anche padre Bruno Bignami, don Ferdinando Pistore e monsignor Paolo Pezzi raccontano la missione

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Rifugiati climatici, lotta alla povertà, migrazioni interne e scarsità di acqua: su questi temi si sono confrontati stamani i missionari invitati al panel che apre il secondo giorno di Festival della missione a Milano.

“Nel Sahel il problema centrale è quello climatico: in questa zona sta saltando il clima – ha messo in guardia il comboniano padre Alex Zanotelli – Non potendo coltivare la terra, l’unica cosa che rimane è scappare”.

I migranti dunque, sono anche migranti “climatici”, spiega il missionario.

L’estrema povertà del Sahel, tra Niger, Mali e Burkina, “genera rabbia e malcontento” e la rabbia della gente lascia spazio alla violenza dei gruppi jihadisti che prendono il potere.

“Toglietevi dalla testa il fatto che l’Islam sia per sua natura violento- ha argomentato padre Alex – La religione copre solo la rabbia per la povertà e così diventa un pericolo enorme. Ma in un sistema profondamente ingiusto è mai possibile che come cristiani non siamo presenti?”.

Il problema delle migrazioni interne è quello più sentito dai missionari , anche in Asia, che condividono da vicino il dramma dei giovani costretti a lasciare i villaggi per trasferirsi in città.

Suor Annamaria Panza, missionaria dell’immacolata in Bangladesh ha spiegato il dramma dei giovani che pur studiando, non trovano lavoro e sono costretti a trasferirsi nelle periferie delle grandi città.

“Molti ragazzi finiscono la scuola, vogliono far fortuna in città ma non riescono a migliorare come vorrebbero. Chi emigra deve mantenere tutta la famiglia, hanno grosse responsabilità“.

Lavorare nel tessile in Bangladesh significa venire sfruttati, in condizioni di insicurezza e grande precarietà.

“Quand’è che impareremo a boicottare?”, si chiede il comboniano. Pertanto padre Alex invita noi occidentali, a boicottare alcuni brand dell’abbigliamento che in Asia sono frutto di un lavoro sottopagato. E ricorda che nelle capitali africane vivere negli slum è la norma: “a Nairobi il 70% della gente vive nelle baracche, ci sono 200 milioni di baraccati”.

Altro tema cruciale, a tutte le latitudini, è quello della scarsità d’acqua.

“L’acqua deve rimanere in mano pubblica: nel 2040 in Italia avremo meno del 50% di disponibilità idrica, l’acqua è vita.