Suor Narvaez, dopo 4 anni di prigionia in Mali incontra il Papa

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Il papa l’ha incontrata in Vaticano ieri, poco prima di celebrare la messa di apertura del Sinodo dei vescovi: suor Gloria Cecilia Narvaez Argori, missionaria colombiana rapita in Mali ben 4 anni fa, è stata ricevuta esattamente il giorno dopo la sua liberazione.

Segno della grande attenzione e vicinanza del Santo Padre alla missione della Chiesa universale e a tutti i suoi protagonisti.

Tenuta in ostaggio da gruppi armati di matrice Jihadista per un periodo lunghissimo, la missionaria, appena liberata, ha ringraziato ripetutamente «le autorità maliane per tutto lo sforzo che hanno fatto per liberarci, Dio vi benedica, Dio benedica il Mali».

La suora della Congregazione delle Suore Francescane di Maria Immacolata, ha aggiunto: «Sono molto felice, grazie a Dio sono stata in salute per tutti questi anni».

Suor Gloria, prelevata dai rapitori il 7 febbraio del 2017, è rimasta ostaggio dei miliziani anche dopo che altri ostaggi, come il missionario italiano rapito in Niger e liberato in Mali, padre Gigi Maccalli della Congregazione SMA, vennero rilasciati.

Padre Maccalli è tornato a casa l’8 ottobre 2020, dopo due anni di prigionia.

(Clicca qui per l’intervista di Popoli e Missione a padre Maccalli, dopo il suo rientro in Italia). 

E proprio Maccalli ha commentato poco fa il rilascio della missionaria, a Vatican News: «ho provato una gioia immensa, è stato per me come rivivere, proprio un anno fa, la mia liberazione. Non ci sono parole, il cuore sussultava di gioia».

Padre Maccalli, attualmente impegnato in Francia, ha ricevuto la notizia al telefono da padre Antonio Porcellato, Superiore Generale (SMA).

Il Sahel (Niger, Mali e Burkina Faso in primis) è la regione africana più “infestata” di milizie armate di ogni tipo, composte da gruppi jihadisti più o meno organizzati, decisi a fare cassa che imperversano senza freno in tutta la zona.

Quest’area desertica ed insicura dell’Africa subsahariana, scossa da anni di presenza militare francese (Parigi di recente ha dichiarato la sua exit strategy dal Sahel) e di violenze settarie e tribali, è la culla di trafficanti che assoldano manovalanza criminale in loco.

Padre Gigi Maccalli dopo il suo rilascio, dichiarò a Popoli e Missione:

«Amo dire che il missionario è un fratello universale. Mi ha fatto molto piacere apprendere che il Papa ha firmato la dichiarazione di Abu Dhabi dove si sottolinea la fratellanza umana. Mi ha aperto il cuore, perché il mio credo missionario si riassume in questa frase di Francois Varillon, sacerdote gesuita: “ciò che l’uomo umanizza, Dio divinizza”.

Non c’è richiesto di fare miracoli, ma di vivere la fraternità nel quotidiano. Portare l’umanità di quanti incontriamo, e poi Dio fa grandi cose. Non c’è missione senza croce: è la croce che spezza le catene, la non violenza, accettando anche di portarla fino alle estreme conseguenze».