Suor Maria Luisa, missionaria ed ingegnera in Etiopia

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Due vocazioni si incrociano nella vita di Maria Luisa Caruso: quella di costruire case per i poveri e quella di partire missionaria in Africa.

Così è diventata ingegnere e poi religiosa nella congregazione delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret di cui oggi è coordinatrice per la Fondazione che è il braccio operativo della Congregazione per il servizio agli ultimi.

«Ho studiato ingegneria civile e ho lavorato progettando anche strutture in terre di missione.

Ne ero molto contenta.

Stavo realizzando in qualche modo il mio sogno da bambina», ha raccontato in una intervista a Francesca Perrone. 

Infatti suor Maria Luisa, 57 anni di Erba, adorava ascoltare le esperienze dei missionari che passavano in parrocchia a raccontare di terre lontane.

«Raccontavano pieni di entusiasmo la loro vita tra i più poveri – racconta -, sognavo di partire per le missioni e lì vivere con la gente e magari costruire case per i più poveri dei villaggi.

Sognavo di farlo insieme al mio papà che era ingegnere e costruttore».

Arriva la chiamata del Signore per «seguirlo lasciando tutto e ascoltando la sua voce per andare e servire i fratelli, lì dove Lui solo mi avrebbe indicato».

Entra nelle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, e dopo otto anni parte per l’Etiopia, dove vive l’urgenza dei bisogni dei poveri.

Costruisce strutture, dà vita ad una scuola di cucina per le donne di Shire e con l’aiuto della CEI e di molte famiglie e parrocchie italiane, nasce una scuola alberghiera che offre alle giovani la possibilità di imparare a cucinare.

Dopo i primi anni ora i corsi sono frequentati da circa 120 iscritti l’anno e ora suor Maria Luisa ha un orizzonte più vasto: «Il servizio che la Congregazione mi chiede ora è quello di seguire e accompagnare progetti di sviluppo presso le nostre missioni in 32 Paesi nel mondo.

Sento forte l’appello del papa: “Siamo chiamati ad agire, per essere il volto di Cristo. Siamo chiamati ad essere Speranza e a donare Speranza”».