Est Congo, ribelli Mai-Mai sparano “senza pietà” su un’auto dei comboniani

Sta bene il ragazzo ferito ad una gamba, è un postulante dei missionari.

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Un convoglio armato della formazione ribelle chiamata Mai-Mai ha attaccato due giorni fa l’auto dei missionari comboniani du Coeur de Jesus, a Kingabwa, provincia di Kinshasa in Congo.

A bordo c’erano quattro postulanti più l’autista: uno dei postulanti, Heritier Mambaya, di 22 anni, è stato ferito da una pallottola che lo ha colpito ad una gamba.

Il ragazzo «fisicamente sta bene – ci fa sapere padre Gaspare Trasparano da Butembo – fortunatamente la pallottola è stata estratta». 

La notizia dell’agguato era arrivata alla nostra redazione tramite una nota scritta in francese, firmata dal superiore generale della Congregazione, padre Leonard Ndjadi Ndjate.

«Questa mattina – vi si leggeva – 22 gennaio alle ore 7.00, i ribelli Mai-Mai hanno attaccato il veicolo dei padri postulanti comboniani, che tornavano dai campi».

E ancora: «c’erano nell’auto quattro persone guidate dall’autista che è il loro formatore, padre Jacques Eluma.

I ribelli hanno sparato senza pietà sul veicolo – si legge – e le pallottole hanno colpito le ruote dell’auto. Una di esse ha centrato alle gambe Heritier».

Il ferito è stato subito trasportato all’ospedale di Matanda a Butembo, dove è stato sottoposto ad una operazione per estrarre la pallottola.

«Il ragazzo adesso dovrà superare il trauma a livello psicologico», dice ancora padre Gaspare.

«Chiediamo per questo l’intercessione del santo Daniele Comboni», scrivevano i missionari.

Non si tratta di un attacco isolato: la zona del Sud Kivu, con Butembo, è soggetta a continui agguati delle formazioni di Mai-Mai.

Le milizie armate in tutto l’est del Congo sono oltre 100, alcune delle quali operano nella zona del nord Kivu e sono legate ai Paesi confinanti, Uganda e Ruanda.

Altre sono presenti nel Sud Kivu e i Mai-Mai tra di essi.

L’est del Congo è completamente in balia di questi gruppi e dunque la sua sicurezza è praticamente inesistente.

«Denunciamo con la più grande fermezza questo attacco barbaro e criminale contro degli innocenti – si legge ancora nella nota – Deploriamo l’incapacità delle forze dell’ordine di mettere al sicuro le popolazioni dell’Est.

Vi chiediamo di pregare per la pace in questa regione e in tutta l’Africa. Che Dio conceda al nostro giovane una pronta guarigione e la salute necessaria. Grazie».