Popoli e Missione novembre

L’instancabile fatica di costruire fraternità in nome del Vangelo

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“Missionari in ogni angolo del pianeta” è il titolo di copertina del nuovo numero di Popoli e Missione che riporta un passaggio dell’intervista esclusiva del cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, realizzata da Gianni Borsa, direttore del mensile della Fondazione Missio. In tempi di Covid, la missione acquista un significato più potente e dinamico perché «dobbiamo ritessere relazioni forti, sapendo che “l’altro”, ogni altro è fratello. E in tal senso si inserisce la missione ad gentes che ci mostra, concretamente, una fraternità senza confini» ha detto il cardinale, commentando la terza enciclica di papa Francesco Fratelli tutti. Importante rileggere le indicazioni sul dialogo interreligioso che emergono dall’enciclica, sulla linea dello slogan della Giornata missionaria mondiale che per quest’anno è “Eccomi manda me. Tessitori di fraternità”. Spiega il cardinale Zuppi «La fraternità è una delle consapevolezze che sono nate dalla pandemia. Ci si è resi conto di essere “tutti sulla stessa barca”, cioè che siamo tutti fratelli».

Compito dei missionari è quello di fare del Vangelo «una storia vissuta, incarnata: un Vangelo che, testimoniato, plasma la storia. La Fratelli Tutti diventa così, se letta e vissuta, un manuale di umanità e di cristianesimo incarnato» scrive Gianni Borsa nel suo editoriale di apertura.

L’interconnessione che stiamo sperimentando vale in tutti i campi, a partire da quello economico, dove un rapporto virtuoso tra uomo e natura è possibile. Lo spiega l’economista suor Alessandra Smerilli, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, portando una serie di esempi di progetti realizzati alla luce dei nuovi orizzonti economici globali dell’economy of Francesco. Molte in questo numero le istantanee di una umanità sofferente che ha bisogno della speranza del Vangelo a causa della pandemia, dello sfruttamento, delle tante povertà materiali e sociali di cui sempre parla papa Francesco. I religiosi impegnati tra la popolazione colpita dal Covid, raccontano un Venezuela ridotto allo stremo; un comboniano parla delle conseguenze sulla gente del land grabbing in Mozambico e in altri Paesi africani; in un quartiere romano le voci degli immigrati raccontano la realtà di una convivenza mutietnica possibile. Oltre ad un approfondimento sugli aspetti irrisolti degli “Accordi di Abramo” in Terra Santa, segnaliamo anche il servizio sulla Grande Muraglia Verde, il mega progetto dell’Unione Africana che coinvolge 11 Paesi nella riforestazione di una larga fascia di deserto. Malgrado il rallentamento dei finanziamenti dovuti alla pandemia, su questa iniziativa panafricana si gioca la scommessa di cambiare il volto di una delle aree più disagiate del pianeta.

Da non perdere il dossier “Turchia: la democrazia calpestata” sulla attuale situazione nel Paese, con una lunga intervista che il vicario apostolico dell’Anatolia, il gesuita padre Paolo Bizzeti, vescovo di Tabe, ha voluto rilasciare in esclusiva a Popoli e Missione, per raccontare la situazione delle piccole comunità di cristiani che vivono come minoranze sparse su grandi territori. Dopo la riconversione di Santa Sofia a Istanbul e altre Chiese in moschee, c’è molto da imparare, spiega padre Bizzeti «dai cristiani di queste terre perché hanno una fede che sa andare all’essenziale e hanno imparato ad essere una minoranza, anche emarginata ma viva e contenta della propria fede in Gesù».