Nicaragua, il cerchio magico (e chiuso) del regime di Ortega

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Sfuggito all’arresto lo scrittore Sérgio Ramirez, interprete del sandinismo dissidente e democratico, ha lasciato il Nicaragua e vive in Spagna. Dall’esilio parla apertamente della mancanza di democrazia che affligge il suo Paese. Intervista esclusiva per Popoli e Missione.

Il Nicaragua del presidente sandinista Daniel Ortega assomiglia sempre più ad una dittatura. E questo nonostante in Nicaragua si sia andati alle urne, lo scorso 7 novembre, per rieleggere per la quarta volta lo stesso Ortega.

Un esito scontato visto che, da giugno scorso, il governo aveva iniziato una campagna sistematica di persecuzione giudiziaria contro decine tra candidati presidenziali (di cui sette arrestati prima del voto), attivisti politici, sindacalisti, imprenditori ed esponenti della società civile.

Chi ce l’ha fatta è fuggito ma in tanti sono ancora oggi in carcere, con centinaia di prigionieri politici e decine di desaparecidos.

Censurati i media e chiusa con un colpo di spugna senza precedenti La Prensa, il più antico quotidiano del Nicaragua, l’unico che aveva continuato a circolare negli ultimi anni, nonostante le continue aggressioni governative.

Ora il Nicaragua è l’unico Paese al mondo senza neanche un giornale stampato. Presidente dal 2007, Ortega guida un governo che ha fatto della repressione il suo principale baluardo.

Tanto che i flussi migratori verso Costa Rica e Stati Uniti sono aumentati in modo esponenziale. Solo nei mesi di giugno e luglio di quest’anno 21mila nicaraguensi sono stati intercettati dalle autorità di frontiera degli Stati Uniti contro i 300 dello stesso periodo del 2020. Partono i ricchi ma partono soprattutto i poveri.

Nessuno vuole vivere in un Paese alla deriva istituzionale e con una enorme crisi economica, dopo l’ultima farsa elettorale. Chi è rimasto vive nel terrore, ha paura di protestare visto che le manifestazioni del 2018 furono represse con una violenza inaudita, mietendo centinaia di vittime.

Tra chi se n’è dovuto andare c’è anche Sérgio Ramírez, 79 anni, uno dei più famosi scrittori nicaraguensi e lucido interprete del sandinismo dissidente e democratico. Vincitore nel 2017 del prestigioso Premio Cervantes è stato vicepresidente del Nicaragua dal 1985 al 1990.

Lo scorso 8 settembre Ortega ha chiesto il suo arresto con l’accusa infamante di «riciclaggio, minaccia all’integrità nazionale e cospirazione».

Da ottobre Ramirez vive in Spagna, dove ha trovato rifugio politico. Popoli e Missione lo ha intervistato in esclusiva per i nostri lettori.

L’intervista è stata pubblicata sul numero di dicembre di Popoli e Missione in uscita. Puoi richiederne una copia scrivendo a popoliemissione@missioitalia.it