Mozambico, la crisi invisibile: fuga dal Nord per clima e guerra

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«Il conflitto al Nord e la fuga di persone aggravata da eventi meteorologici estremi in Mozambico, portano le agenzie umanitarie ad incrementare la protezione fisica, materiale e legale per centinaia di migliaia di rifugiati, sfollati interni e membri delle comunità ospitanti».

Così scrive l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, dicendosi «gravemente preoccupata per gli episodi di violenza e per il clima di insicurezza nel nord del Mozambico».

Dall’inizio di quest’anno, il Mozambico è stato colpito da cinque tempeste tropicali e cicloni lungo le sue zone costiere settentrionali.

Una missione di alto livello dell’UNHCR ha visitato il paese dal 24 aprile al 1° maggio 2022 e iha parlato di shock climatici senza precedenti in Mozambico.

«Hanno colpito migliaia di famiglie, compresi i rifugiati e gli sfollati interni provenienti dalla provincia settentrionale di Cabo Delgado, mostrandoci ancora una volta come gli effetti del cambiamento climatico interagiscano con molte delle cause primarie dell’esodo».

Più recentemente, l’11 marzo scorso, il ciclone tropicale Gombe ha colpito più di 736.000 persone, comprese quelle nel sito Corrane per gli sfollati interni e i rifugiati nell’insediamento di Maratane.

A Maratane, l’80% di case e baracche è stato danneggiato e più di 27.000 rifugiati, richiedenti asilo e membri della comunità ospitante hanno ancora urgente bisogno di assistenza.

In tutto il Sud del mondo i cicloni aumentano, le inondazioni sono più forti, la siccità si sta intensificando e gli incendi stanno diventando più devastanti: oltre l’80% dei rifugiati e degli sfollati interni provengono dai paesi più vulnerabili.