Mine anti-uomo: l’inganno degli ordigni inesplosi in Ciad e Centrafrica

Il Trattato di Ottawa per la messa al bando è entrato in vigore nel 1999, ma si è bloccato.

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L’Unhcr, agenzia Onu per i rifugiati lo ha scritto di recente in una nota, lanciando l’ennesimo monito ai Paesi occidentali e a quelli africani del Sahel, affinchè facciano uno «sforzo ulteriore» per calmierare i rischi delle mine anti-uomo disseminate nei terreni.

Ordigni inesplosi e landmine – in gergo Uxo – (ingannevoli armi progettate non tanto per uccidere quanto per menomare gli esseri umani, per lo più civili inermi e spesso bambini) sono ancora un rischio per moltissimi Paesi alle prese con guerre civili, guerriglie e rivolte.

Ne abbiamo avuta una riprova di recente nella Repubblica Centrafricana, con la vicenda di padre Arialdo Urbani, missionario di 82 anni, il 5 maggio scorso a Niem.

La jeep su cui viaggiava il sacerdote, nei pressi del villaggio di Zakau, è saltata su una mina e uno dei due passeggeri, un collaboratore locale della missione, è morto.

Padre Arialdo è stato trasferito a Bouar, nella prefettura di Nana-Mambéré, al confine con il Camerun, per essere sottoposto a radiografie e altri esami medici.

Ma i rischi restano per centinaia di persone, civili inermi, nel Paese che ancora è alle prese con decine di formazioni ribelli e subisce una guerra civile senza fine.

Le Nazioni Unite rendono noto inoltre che «tra i Paesi più colpiti dalle mine ci sono quelli del bacino del lago Ciad. Il 24 giugno scorso in un campo profughi nella zona orientale del Ciad, quattro bambini di età compresa tra 9 e 12 anni sono stati uccisi, e altri sono stati seriamente feriti da una mina».

Avevano tentato di aprire un ordigno inesploso che non aveva l’aspetto di un’arma, ma di un giocattolo.

Il Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine anti-uomo è entrato in vigore nel 1999, è stato ratificato da 164 Paesi ma non da Cina, Corea del Sud, India, Pakistan, Russia e Stati Uniti, quindi la sua ratifica si è fermata.

Inoltre, in molti Paesi asiatici e soprattutto africani in questi ultimi anni guerre civili e gruppi ribelli hanno continuato a disseminare ordigni nel terreno.

Non ci sono state bonifiche, né tentativi di bonificare i terreni. Tra i Paesi più a rischio: Angola, Repubblica Centrafricana, Congo, Ciad ma anche Cambogia, Sri Lanka e Ucraina.

(Foto: Wikipedia, unknown author)