La Sierra Leone abolisce la pena di morte, è il 23° Paese africano

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La Sierra Leone è il 23esimo Paese africano ad aver formalmente abolito la pena di morte, andando ad aggiungersi alla lista dei 22 che non la prevedono più nel loro ordinamento.

E’ stato il presidente Julius Maada Bio a convalidare venerdì scorso la legge varata dal Parlamento (che si era espresso all’unanimità a luglio scorso) sull’abolizione della pena di morte;

Ma questa decisione è in realtà il frutto di una lunga battaglia condotta dalla società civile della Sierra Leone negli anni, e ratificata dal parlamento in luglio.   

In base alla nuova legge l’esecuzione capitale viene convertita nel carcere a vita, o in un minimo di 30 anni di reclusione per crimini come l’omicidio e l’ammutinamento. 

Il nuovo provvedimento inoltre lascia ai giudici un potere discrezionale (per l’applicazione di pene analoghe a quelle che sostituiscono la pena di morte) quando si è in presenza di casi in cui la parte lesa sia vittima di violenza sessuale.

Desmond Babatunde Edwards, presidente della Corte Suprema della Sierra Leone ha assicurato che applicherà  appieno l’Abolition of Dealth Penalty Act del 2021, ossia l’intero provvedimento appena varato.

La decisione di Maada Bio segna un traguardo enorme sia per il Paese che per l’intero continente africano, da oggi più vicino all’obiettivo dell’abolizione del provvedimento in tutti i 54 Stati.

Nel 1989 Capo Verde era l’unico Stato africano ad aver abolito la pena di morte; oggi, tra paesi abolizionisti de facto e de jure, l’omicidio legalizzato resiste solo in dieci nazioni, sebbene sia ancora presente nell’ordinamento di 31 Stati africani.

L’Egitto, dice Amensty International nel suo ultimo rapporto globale sulla pena di morte uscito lo scorso 21 aprile, rimane in cima alla classifica dei Paesi africani che hanno inflitto ed eseguito più condanne a morte.

Clicca qui per il rapporto Amnesty.