Marocco: vittime del terremoto salgono a 2400, aprirà una missione don Orione

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Sono oltre 2400 le vittime finora accertate del terremoto di magnitudo 7 che si è abbattuto venerdì notte sul Marocco guidato dal re Mohammed VI.

I feriti ammontano ad oltre 2500 e 18mila sono le famiglie colpite dal sisma che lascia senza casa migliaia di persone. 

I Comuni che hanno subito il tremblement de terre sono quello di Al-Haouz (che ne è l’epicentro e ha visto crollare le case come castelli di carte) e Taroudant; quello di Chichaoua, Ouarzazate e Marrakech, dove i danni non si contano e la ricerca dei sopravvissuti prosegue.

In seguito all’invito dell’Arcivescovo di Rabat, il Cardinale Cristobal Lopez Romero, l’Opera Don Orione ha deciso di intervenire in Marocco, attraverso la presenza dei due primi missionari della Provincia “Notre Dame d’Afrique”: si tratta di padre Claude Michel Goua e di padre Anthime Kaboré.

Ad annunciarlo è padre Tarcisio Vieira, direttore generale dell’Opera Don Orione, che con una lettera inviata ai confratelli e benefattori annuncia l’apertura di una missione (la prima orionina) in Marocco.

«La presenza di questi confratelli per una missione esplorativa è stata anticipata dalla presenza in Marocco di Monsignor Giovanni d’Ercole. Qualche mese fa», si legge nella lettera.

Nonostante la corsa agli aiuti e alla solidarietà, il governo marocchino ha accettato l’intervento solo di quattro Paesi: Spagna, Gran Bretagna, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, rifiutando l’aiuto francese.

La Ong francese Secouristes sans frontières, Arnaud Fraisse ha accusato il governo di Rabat di aver voluto bloccare gli aiuti francesi, ma Rabat nega.

Nonostante le relazioni diplomatiche tese da diverso tempo, tra Francia e Marocco, non ci sarebbe alcun motivo politico all’origine di questo rifiuto, ma solo una considerazione di priorità logistica.

Parigi ha comunque stanziato 5 milioni di euro per le Ong già impegnate in Marocco, mentre l’Algeria ha riaperto lo spazio aereo che aveva interdetto all’aviazione civile e militare marocchina: Algeri ha anche previsto un piano d’emergenza e ha dislocato una équipe d’intervention rapid della Protezione civile con 80 persone specializzate nell‘intervento d’emergenza.