Monsignor Pompili auspica il coinvolgimento dei movimenti popolari.

In attesa dal Papa a Verona, focus su clima e Africa con Vanessa Nakate

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In attesa di papa Francesco a Verona, oltre 500 persone ai tavoli di lavoro sono impegnate presso il palazzo della Fiera alla stesura del documento finale da presentare domani in Arena al Pontefice.

Dopo il saluto del sindaco, Damiano Tomasi, monsignor Domenico Pompili, vescovo di Verona, ha sottolineato che «l’obiettivo, il gol di questo evento è il coinvolgimento dei movimenti popolari -.

La pace si costruisce con la movimentazione dal basso e i lavori di oggi dimostrano che la pace non è una parola vuota ma un lavoro costante e ininterrotto come quello svolto nei tavoli dalle associazioni rappresentate».

Ricche di interventi le riunioni dei tavoli tematici.

In quello sugli “Stili di vita e cambiamenti climatici”, Vanessa Nakate 27 anni, attivista ugandese impegnata da anni sul fronte delle politiche di contrasto al cambiamento climatico, ha parlatodei “urgenza”.

«Da quando ho capito quanto i cambiamenti climatici influiscono su noi tutti – ha detto-Nakate – mi chiedo come mai, a fronte di tante battaglie, non siano stai ancora presi provvedimenti.

In Africa, continente responsabile di meno del 4% dell’inquinamento globale, sono più evidenti le conseguenze di siccità, inondazioni e carestie su milioni persone».

Nakate parla delle alluvioni nel Corno d’Africa che hanno causato centinaia di vittime;

dei problemi in Sud Sudan con scuole chiuse a causa della temperatura oltre i 45 gradi;

della situazione nella la regione del Turkana in Kenia, una delle più influenzate dalla siccità, che ora subisce una ondata fortissima, una delle più terribili degli ultimi anni di malnutrizione e morte per mamme e bambini.

Nessuno è escluso da questa emergenza, anche se «quando si pensa all’attivismo ecologico si pensa sia cosa da giovani, di fatto è una realtà intergenerazionale di fronte ad un problema globale.

Ora dobbiamo veramente lavorare per il futuro, mettendo da parte le differenze e in comune ciò che ci rende più umani».

Per questo bisogna progettare con la mentalità dell’ubuntu, del “io sono perché noi siamo”, quando si entra nella mentalità ubuntu si rispetta la mentalità del tuo vicino.

Per questo è importante diffondere la conoscenza di quali sono gli elementi inquinanti, per formare una mentalità diffusa e nuovi stili di vita.

«Non ci potrà essere pace se non si affronta con determinazione il tema dei cambiamenti climatici», ha detto ancora Nakate ringraziando la Chiesa e papa Francesco per il suo autorevole e costante appoggio alle battaglie per la salvaguardia del Creato.
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