"Qui stanno avvenendo atrocità deliranti"

Haiti, i vescovi prendono le distanze dal Consiglio presidenziale di transizione

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Per poter “prendere le distanze morali che le permettano di adempiere alla sua missione profetica, la Conferenza episcopale di Haiti non ha inviato nessuno a rappresentare la Chiesa cattolica all’interno del Consiglio Presidenziale, nè in alcuna struttura del governo”.

Così è scritto all’interno di una lettera dei vescovi dell’isola caraibica, firmata oggi da dieci prelati e dal Presidente della Conferenza episcopale haitiana, Max Leroy Mesidor, arcivescovo di Port-au-Prince.

Il Consiglio presidenziale è un organismo di transizione che dovrebbe traghettare il Paese ad un nuovo assetto politico, dopo le dimissione del premier Ariel Henry.

Al momento però non è ancora chiara la sua composizione ed è in corso un dibattito interno su chi debba farne parte.

“Noi desideriamo tuttavia – aggiungono i vescovi nella missiva – che i colloqui in corso sfocino in una intesa autentica, inclusiva e a favore della patria, una intesa che sia durevole, nell’interesse di tutto il popolo haitiano”.

Nella missiva aperta, indirizzata ai fedeli, si legge ancora che il popolo “aspira tanto alla pace quanto al benessere”.

Due condizioni assolutamente mancanti attualmente ad Haiti, sconvolta sempre di più dalla guerra tra gang e da una assoluta mancanza di controllo di polizia sulle violenze contro i civili.

“Il sogno di poter avere un Paese senza violenza ci fa alzare la voce e domandare la cessazione degli atti che mirano a condurre Haiti alla rovina e in cenere”, dicono ancora i vescovi.

“Di fronte all’atrocità delirante nella quale si trova il nostro Paese – omicidi, regolamento di conti, caccia alle streghe, scene di saccheggio e altre azioni violente –  esprimiamo la viva preoccupazione e il nostro dolore seguendo quanto detto da Papa Francesco che si fa molti vicino al popolo haitiano”.

Le cose sono ulteriormente peggiorate ad Haiti in queste ultime settimane, fino alle dimissioni del premier Ariel Henry.

Anche la missione internazionale di circa mille uomini delle forze dell’ordine, guidata dal Kenya, pure pronta, è ferma al palo in attesa di uno sblocco politico.

La formazione del Consiglio presidenziale di transizione non è ancora stato presentato ufficialmente ed è costruito e voluto dalla diplomazia internazionale.