Corno d’Africa, tra cavallette e fame

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Mentre la pandemia Coronavirus continua ad affliggere gran parte dell’Europa e del mondo asiatico, il Corno d’Africa affronta una «minaccia senza precedenti per la propria sicurezza alimentare e l’approvvigionamento di cibo».

Dal Kenya all’Etiopia alla Somalia, nuovi sciami di locuste mettono a serio rischio i raccolti e minacciano di affamare milioni di persone.

Il sud-ovest dell’Etiopia, il Sudan e l’Eritrea sono anch’essi in forte allarme per l’arrivo delle cavallette .

Ad aggiornare sugli ultimi sviluppi di questa piaga africana (ma anche mediorientale) è il Locust Watch della Fao, che chiama “peste” questa invasione di insetti del deserto, e parla della peggior crisi mai vista da oltre 70 anni in Kenya.

«La situazione rimane estremamente allarmante nel Corno d’Africa- scrive la Fao nell’ultimo bollettino – in particolar modo in Kenya, Etiopia e Somalia». Dove gli insetti, originari delle zone desertiche tra Africa Occidentale e India, «rappresentano una minaccia senza precedenti soprattutto ora che si avvicina la stagione del raccolto».

In Kenya «gruppi di cavallette in aumento» e sciami «di nuova generazione», (insetti nati da poco) arrivano dalla Somalia e si dirigono nelle regioni del nord e del centro del Kenya. Gli effetti dunque, saranno drammaticamente visibili tra qualche mese, quando i prezzi del grano saliranno.

Nuove concentrazioni di locuste sono attese nelle zone di Marsabit e Turkana, mette in guardia la Fao.

Allen Ottaro, leader del Catholic Youth Network for Environmental Sustainability in Africa, in una intervista telefonica da Nairobi, ci ha spiegato che «nelle grandi città ancora non si sente l’impatto di questa piaga, ma credo che tra qualche mese, quando i prezzi dei beni alimentari saliranno, ci renderemo tutti conto delle gravi conseguenze».

E ha aggiunto: «chi vive nelle campagne già vede sulla propria pelle i danni e parla di catastrofe perché i raccolti sono stati distrutti».

Per far comprendere le dimensioni del disastro, la Rivista Nature spiega che in Kenya «uno sciame eccezionalmente ampio ha occupato un’area di 2400 chilometri quadrati, ossia più di tre volte le dimensioni di New York City. In tutto il Corno d’Africa sono 19 milioni le persone che rischiano di rimanere senza cibo.

Primo caso Coronavirus in Kenya

A questa crisi incombente, da oggi in Kenya si aggiunge quella del Coronavirus. Per ora si tratta di un solo caso diagnosticato a Nairobi ma l’allerta è alta.

Il ministro della Salute keniano, Mutahi Kagwe, ha fatto sapere oggi che una ragazza di 27 anni proveniente da Londra è stata trovata positiva al virus ed è in isolamento in ospedale.

«Nelle zone più povere del Kenya e nelle grandi città concetti come isolamento e quarantena sono difficili da realizzare. Non so cosa possa accadere se il virus si diffonde», spiega Ottaro.

Il Coronavirus finora, dati aggiornati a questa mattina, ha infettato 13 Paesi africani, dall’Algeria al Burkina Faso alla Nigeria, con circa 140 casi accertati. L’Egitto è quello che ha registrato più a rischio con 67 casi, in Sudafrica sono 13.

Un “supercomputer” contro gli sciami

Nel frattempo, per arginare in Africa l’impatto delle locuste sui raccolti e dunque sulla fame, arriva un supercomputer.

La Gran Bretagna tramite il Dipartimento Internazionale per lo Sviluppo, ha inviato a Nairobi un sistema informatico programmato per realizzare previsioni meteo su ampia scala ed anticipare l’arrivo di forti venti, piogge e umidità, condizioni ideali per il proliferare delle cavallette.

Usando questi sistemi gli esperti riescono a capire in anticipo la destinazione degli sciami e a prendere misure per proteggere le popolazioni più vulnerabili.

L’obiettivo adesso, è anche quello di evitare che le cavallette invadano la Repubblica Democratica del Congo (come già sta accadendo) ma anche il Medio oriente. L’allerta locuste è scattata per ora in Arabia Saudita, Kwait e Iran.

Grosso rischio per l’Iran

E in questultimo caso le conseguenze sarebbero altamente devastanti, poichè l’Iran è già sotto forte attaccato per la pandemia di Coronavirus.

Il Locust Watch parla di uova deposte in ampie zone del sudovest del Paese, tra le province del Khuzestan, Busherh, Fars, Hormozgan.

Alcuni sciami, dice la Fao, stanno attraversando il confine verso il Pakistan.

Il ministro degli esteri iraniano, Mohammed Zarif ha chiesto oggi la rimozione delle sanzioni economiche imposte al Paese dagli Stati Uniti, dicendo che si tratta di “una campagna di terrorismo economico”.

 

 

 

La foto in evidenza è tratta dal sito della FAO.