Cardinal Tagle: “La missione è un dono speciale da condividere”

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«Con fede rimaniamo uniti ai nostri fratelli, viviamo con loro, piangiamo con loro, restiamo assieme a loro…perché siamo missionari. Siamo ancora qui e non possiamo tacere ciò che abbiamo visto e ascoltato».

Da ogni Paese del mondo i missionari salutano così l’appuntamento con la 95° Giornata Missionaria Mondiale (GMM) che si celebra domenica prossima 24 ottobre.

Le loro testimonianze sono sintetizzate in un video presentato questa mattina nella Sala Stampa della Santa Sede, dove si è svolta la presentazione della GMM 2021 intitolata “Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,20).

Alla conferenza stampa hanno partecipato il cardinale Luis Antonio Tagle, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; monsignor Giampietro Dal Toso, presidente delle Pontificie Opere Missionarie (POM) e segretario aggiunto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; suor Alessandra Dalpozzo, madre generale delle Francescane Ancelle di Maria.

La missione non è «una storia di successi ma una storia d’amore» ha detto il cardinale, ricordando che «non possiamo tenere per noi l’incontro con Dio che ci ha cambiato il cuore. Dobbiamo condividere l’amore, il dono che abbiamo sperimentato, proprio come hanno fatto gli Apostoli. Più la condividiamo più la nostra fede cresce. Invece si indebolisce se la teniamo solo per noi, diventiamo una elite.

I missionari sono chiamati ad uscire da sé stessi, dalle loro paure, per raggiungere tutte i luoghi geografici ed esistenziali. Per una ragione fondamentale: per la gratitudine. Sono persone grate».

Il prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli ha poi ricordato che «l’incontro con Cristo genera apertura e comunione verso il prossimo: l’esperienza di Cristo non costruisce muri, separandoci i dagli altri, ma ci spinge verso gli altri con gioia.

Non come conquistatori in senso trionfalistico, ma per condividere la bontà di quello che abbiamo visto, udito, vissuto. Dobbiamo recuperare questo aspetto: la missione è nel cuore di tutti noi, ogni battezzato è missionario del Regno di Dio, la missione è una chiamata per tutti i battezzati».

Parlando dell’evangelizzazione in varie aree del mondo, il cardinal Tagle ha ricordato che l’Asia, il continente da cui proviene, vede la presenza di piccole comunità cristiane in contesti che rendono quantomai prezioso il «rapporto personale, l’annuncio e la condivisione delle fede da persona a persona», mentre un continente di antica evangelizzazione come l’Europa ha bisogno ora di riscoprire che «il Vangelo ci insegna ad amare, anche nei piccoli gesti quotidiani e nelle piccole cose. I piccoli gesti di amore non vanno minimizzati, un semplice gesto d’amore evangelizza».

In occasione della conferenza stampa è stato anche presentato il Dossier statistico Fides con i numeri aggiornati e le statistiche della Chiesa cattolica 2021. (Vedi sotto, in allegato)

Dal Dossier emerge un quadro che conferma l’attualità dell’impegno delle Pontificie Opere Missionarie nel mondo alla vigilia di alcuni importanti appuntamenti, ricordati nel suo intervento da monsignor Dal Toso: 400 anni di attività della Congregazione; 200 dalla fondazione della prima Opera missionaria, l’Opera per la Propagazione della Fede; 100 anni dalla elevazione a Pontificie di tre delle quattro delle Opere.

In questo contesto sarà celebrata a Lione, il 22 maggio del 2022 la beatificazione di Pauline Jaricot, «una giovane donna che ha inciso nella vita della Chiesa, ma che non è mai entrata in convento ed è stata una grande missionaria.

«Voleva coinvolgere nella missione in terre lontane per evangelizzare nelle terre vicine – ha detto monsignor Dal Toso -. Pauline è un seme da cui è nato un grande albero. Non è eccezionale solo per la santità della vita, ma per la grandezza dei frutti della sua opera. Ha messo in moto un vero movimento spirituale missionario grazie all’Opera della Propagazione della Fede, che ha avuto una diffusione immediata e capillare».

Il contributo delle Opere, che da questa intuizione hanno avuto origine, è stato essenziale per la storia delle missioni nel XIX e nel XX secolo, perché hanno coinvolto la base dei fedeli cattolici e li hanno sensibilizzati alla missione.

«Ma questo non è solo storia – ha concluso – se pensiamo che quest’anno l’Opera della Propagazione della fede (Opf) ha sostenuto con un contributo per le spese correnti 893 circoscrizioni ecclesiastiche in territorio di missione ed ha investito più di 10 milioni di dollari per la formazione di catechisti, mentre l’Opera di San Pietro Apostolo ha finanziato la formazione di 76.541 seminaristi in 746 seminari».

Una testimonianza tra le tante è stata portata da suor Alessandra Dalpozzo che ha raccontato gli aiuti dell’Opf) ricevuti dall’Francescane Ancelle di Maria nella missione di Atambua nell’isola di Timor in Indonesia.

Qui dal 2009 sono sorti due collegi con scuole superiori per ragazze bisognose, e la cappella intitolata a Santa Maria della Neve «luogo di preghiera della comunità religiosa – ha detto suor Dalpozzo – ma anche punto di raccolta della comunità, dove si celebrano battesimi e matrimoni, ma anche dove le famiglie vengono formate e preparate ai sacramenti».