Basta violenze contro migranti e richiedenti asilo, in Europa e alle frontiere!

Il movimento 'Stop Border Violence' dal prossimo 10 luglio raccoglierà 1 mln di firme da presentare all'Ue

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No alla militarizzazione ed esternalizzazione delle frontiere europee. No alla violenza, alla tortura, ai respingimenti dei migranti.

Il prossimo 10 luglio partirà un’iniziativa di democrazia dal basso per raccogliere un milione di firme e chiedere alla Commissione europea di dire basta a «violenze e torture contro migranti, rifugiati e richiedenti asilo in Europa e alle frontiere».

La campagna è affidata al movimento “Stop Border Violence”, sorto nel 2021 con l’obiettivo di far rispettare ai Paesi dell’Unione europea l’articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. (clicca qui)

Aderiscono a ‘Stop Border Violence’ anche i missionari comboniani, i laici comboniani, il Movimento Laudato Sì Vallesusa, Mediterranea e Baobab Experience.

«L’Unione Europea si fonda sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà», così recita il preambolo della Carta.

«Da anni, tuttavia – si legge nel Manifesto di Stop Border Violence – assistiamo alla continua e sistematica violazione di questi principi».

Ne sono innegabili esempi: «la militarizzazione ed esternalizzazione delle frontiere interne ed esterne;

i respingimenti brutali; le violenze perpetrate nell’ambito degli Stati membri e nei Paesi terzi con cui l’Europa ha stretto accordi per impedire l’ingresso nel proprio territorio dei richiedenti asilo».

In Croazia, Francia, Grecia, Italia, Spagna, come in Libia e Turchia, si verifica ormai da tempo «l’impietosa sospensione dei diritti umani.

Gli abusi e le violenze sono diventate il tratto dominante della governance europea nella gestione del fenomeno migratorio».

E ancora dice il manifesto:

«Il nostro status di cittadini europei ci impone di agire per chiedere all’Europa di tornare a dare significato alle solenni parole sottoscritte nel 2000 a Nizza dai capi di Stato e di governo dei nostri Paesi».

È il momento di unire in una azione «politica comune tutti coloro che si oppongono alle violazioni dei diritti fondamentali, alle torture, agli abusi nei confronti di esseri umani inermi, colpevoli solo di cercare una vita dignitosa e una speranza per il futuro, lontani dai propri Paesi di origine».

Per aderire clicca qui: