A Davos il Global Solidarity Fund, ‘faccia’ solidale del summit dei ricchi.

Mentre è in corso il World Economic Forum, in Svizzera, i leader religiosi e le comunità cattoliche parlano di inclusione sociale e migranti.

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E’ riunita in questi giorni a Davos, in concomitanza con il World Economic Forum (23-26 maggio), l’alleanza del Global Solidarity Fund (GSF), “catalizzatore” di forze del mondo cattolico in favore dei più deboli.

Il GSF, composto da leader religiosi delle comunità cattoliche, è nato nel 2019 per far dialogare il settore non-profit, quello privato e pubblico, favorendo il confronto su temi d’attualità economica.

In questi giorni a Davos si parla di come sviluppare una “leadership coraggiosa” a sostegno dei più vulnerabili.

Si analizzeranno esperienze di successo contro la tratta di esseri umani, per l’integrazione e la gestione delle migrazioni, e le opportunità di lavoro concrete per i migranti.

«Le leader e i leader religiosi offriranno prospettive che saranno uniche e originali a Davos – si legge in una nota – condividendo strategie di successo per l’inclusione sociale dei più vulnerabili» e le lezioni apprese «per una crescita economica per tutti e in tutti i settori».

Il World Economic Forum 2022 (fondato nel 1971 dall’economista tedesco Klaus Schwab) quest’anno esclude dal summit politici ed imprenditori russi e vede riuniti 2500 leader e personalità influenti del mondo della finanza, nonchè i rappresentanti del Fondo Monetario Internazionale, per discutere anzitutto di ricostruzione in Ucraina.

In cima all’agenda dei ricchi del pianeta c’è proprio il progetto di una sorta di Piano Marshall per il Paese ancora alle prese con la guerra di aggressione russa.   

Kristalina Georgieva, direttore esecutivo del Fmi, ha dichiarato al Financial Times che il conflitto in Ucraina «sta devastando vite, trascinando verso il basso l’economia e facendo schizzare l’inflazione».

Pertanto la richiesta ai Paesi coinvolti a Davos è quella di non «arrendersi alle forze della frammentazione geo-economica che renderanno il nostro mondo più povero e più pericoloso», dice Georgieva.

La linea a Davos è quella di “spingere per la ricostruzione” del Paese e imporre sanzioni alla Russia.

Nel pomeriggio di oggi, a margine dei lavori “ufficiali” di Davos, il Global Solidarity Fund si riunisce in collaborazione con la Conrad N. Hilton Foundation, per parlare di “Advancing Courageous Leadership: Elevating Voices From the Margins”.

Un milione di suore, religiosi e sacerdoti sono al lavoro in tutto il mondo a fianco dei più poveri, tra cui migranti, rifugiati e sfollati interni per sostenerli e contribuire alla loro integrazione.

«Sono loro ad incarnare le qualità di leadership coraggiosa di cui abbiamo bisogno nella ripresa globale post-pandemica», dice il GSF.

Il Fondo Solidale è anche convinto della necessità di una partnership tra settore privato e congregazioni religiose «a favore della creazione di lavoro sicuro e dignitoso per migranti, rifugiati e sfollati interni».

Di questo si discuterà domattina in una delle sessioni apposite del vertice solidale di Davos che “accompagna” quello ufficiale.

(Nella foto, sister Path Murray e Marta Guglielmetti, Global Solidarity Fund.

Credits: Gian Marco Maraviglia/GSF)