Multilateralismo e Cooperazione contro i “padroni della Terra”

Presentato a Roma il sesto rapporto Focsiv sul land grabbing 2023

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«Rafforzare il multilateralismo», «potenziare il ruolo dell’Ue e la Cooperazione internazionale», mettere in atto, come Italia, strategie industriali realmente «non predatorie».

Con riferimento diretto alla mistificazione del Piano Mattei per l’Africa. 

Per contrastare Land grabbing e Food grabbing, fenomeni in espansione in tutto il Sud del mondo, questa è la strada.

Mettere assieme le energie collettive in direzione opposta a quella del colonialismo alimentare e agricolo, a sostegno dei popoli indigeni.

E’ la sintesi emersa ieri nel corso del dibattito sulla presentazione del rapporto Focsiv 2023 sull’accaparramento della terra: “I padroni della terra”, giunto alla sua sesta edizione.

«La prospettiva corretta non è quella di tornare ai nazionalismi – ha avvertito il deputato Bruno Tabacci aprendo il tavolo di discussione a palazzo Bianchelli – ma piuttosto far funzionare la dimensione europea», in chiave non predatoria.

Tabacci ha accennato alla manipolazione delle informazioni sul cosiddetto Piano Mattei per l’Africa, promosso dal nostro governo, lontanissimo a suo dire dalla logica che animò l’imprenditore Enrico Mattei: «Mattei bisognerebbe non evocarlo» a sproposito, ha detto.

Il cibo usato come arma geopolitica è un’altra delle conseguenze perverse del land grabbing, ha aggiunto Andrea Segrè, professore ordinario di Politica agraria, coautore del report.

«Ad un anno dall’inizio del conflitto (in Ucraina ndr.) sembra chiaro che la Russia continui a puntare anche sulla crisi alimentare globale per destabilizzare i Paesi occidentali», sostiene Segrè.

«La guerra russa contro l’Ucraina ha allargato la frattura tra blocchi geopolitici, tra Russia e suoi accoliti contro gli Usa e l’Occidente, e la nuova superpotenza cinese – ha aggiunto Andrea Stocchiero, dell’ufficio policy Focsiv, introducendo il rapporto – In questo gioco competitivo i Paesi impoveriti vengono cooptati dai diversi poteri egemonici e la situazione delle comunità indigene peggiora».

Il rapporto è suddiviso in due sezioni: la prima fa luce sui contesti, i casi e i temi relativi al land grabbing nell’ultimo anno di analisi.

La seconda sulle politiche di contrasto al land grabbing, soprattutto nella Ue.

Dal Guatemala alla Bolivia, dal Perù al Cile (dove il fenomeno del water grabbing e la mercificazione dell’acqua stanno uccidendo economie intere ed erodendo la resistenza popolare).

Dalla Costa d’Avorio (con le piantagioni di palma da olio della Siat, che sottraggono terra fertile ai contadini), fino al caso del Myanamr dove l’attività mineraria è quintuplicata a discapito dell’agricoltura.

«Un lasso di tempo storico e politico questo, che appare inarrestabile nonostante piccole e grandi vittorie scorrano tra i campi di battaglia che da anni conducono i leader indigeni», si legge nel rapporto “I padroni della Terra”.