Padre Ermes Ronchi, Erica Tossani e Riccardo Moro parlano di destino collettivo

Il Creato siamo noi, nostro prossimo è tutto ciò che vive. Dialogo a tre sul destino collettivo

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“La salvezza sarà di tutti o non sarà una vera salvezza”, poiché siamo tutti “missionari chiamati alla corresponsabilità”.

È con queste parole rispettivamente di padre Ermes Ronchi e dell’economista Riccardo Moro, che si è aperto e concluso il dibattito di stamani sul tema del Creato e della sua custodia collettiva.

Nell’ambito della sessione Missio Today al Festival della Missione di Torino.

I due relatori, assieme ad Erica Tossani di Caritas ambrosiana, moderati da Paolo Piacenza, hanno conversato in una chiave inedita, di cambiamento climatico, debito ecologico, impoverimento, danni della desertificazione e meccanismi di diseguaglianze.

Ognuna di queste “vulnerabilità” indotte, si saldano a precisi  meccanismi economici di sopraffazione.

La chiave per uscirne è squisitamente “collettiva”, argomentano tutti e tre i relatori.

E aggiunge padre Ermes, la leva che porta ad agire è una conversione dello sguardo.

“Dobbiamo innamorarci della realtà” nella quale siamo immersi”, dice.

Certi che “le leggi del mondo materiale e quelle del mondo spirituale coincidono”.

“Il mio prossimo – ha detto Ronchi citando Gandhi – è tutto ciò che vive.

Ama la Terra come la ama Dio e come ami te stesso”.

Bisogna liberarsi dalla logica del pensiero individuale nei due sensi: sia nel rincorrere il profitto che, anche, nel giusto desiderio di uscire dalla scarsità, ha suggerito Erica Tossani.

“Quando pensiamo al povero pensiamo ad una condizione individuale ma nel far fronte alla povertà è determinante la rete di relazioni che porta ad uscire da quella condizione”.

In sintesi, se “la verità è sinfonica”, come ricorda padre Ermes, e tutti noi siamo parte di un destino collettivo, la narrazione va cambiata.

Pensando a soluzioni collettive.

Per i cristiani andare contro corrente deve diventare la norma.