GMM: Haiti, un camilliano sui monti di Jérémie dove le gang non arrivano (e neanche l’acqua)

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Il mercato più vicino a Purcine, villaggio montano a sud ovest di Haiti, dista 4 ore di cammino dal centro abitato.

Si va, a vendere i prodotti della terra (soprattutto fagioli, da quando l’uragano Mattew ha distrutto le piantagioni di caffè) a dorso di mulo.

Tuttavia «questa zona di Jérémie è una bolla di salvezza», una zona franca, al di fuori della guerriglia tra le gang che stanno completamente distruggendo il Paese caraibico.

Ce ne parla uno dei pochissimi missionari italiani rimasti ad Haiti: padre Massimo Miraglio, camilliano, da 18 anni nel Paese senza Stato.

A pochi giorni dall’approvazione della risoluzione n. 2699 delle Nazioni unite che autorizza una missione multinazionale a guida keniota, per “proteggere” Haiti, i missionari italiani tirano un sospiro di sollievo. Ma non abbassano la guardia.

«Le gang armate non arrivano fin quassù. E’ successo solo una volta ma erano uomini cresciuti qui, a Jéremie e conoscevano bene la zona .

Noi siamo al riparo dalle guerriglie perchè nessun mezzo arriva a Purcine, se non i muli», precisa padre Massimo al telefono con noi.

Il collegamento ad internet è intermittente e va per fasce orarie.

La comunicazione col resto del mondo è praticamente assente.

A Purcine non c’è corrente, nel villaggio non c’è acqua. Si procede al buio e grazie ai pozzi lontani. Ma in questa oasi di bellezza e precarietà, precedentemente distrutta dalla forza brutale dell’uragano Mattew, almeno non c’è guerra.

«Noi siamo in un piccolo villaggio di montagna e questa è la nostra fortuna!», commenta il cammilliano.

La comunità creola è resiliente, dice, e «le persone si sono riprese dopo la devastazione climatica, ma le loro case sono fragili e se dovesse di nuovo abbattersi su di noi un ciclone, non rimarrebbe vivo nessuno qui… neanche io».

Padre Massimo aveva chiesto di fare esperienza in una parrocchia dove ci fosse almeno una cappellina e l’ha trovata: «dal 4 agosto scorso sono qui come parroco – racconta – nella chiesa della Madonna del perpetuo soccorso».

Questa comunità di 4mila anime ha adesso un pastore per la prima volta da quando è nata: il far west di un Paese senza Stato, completamente in balia delle gang è una condizione inevitabile.

Non c’è modo di difendere le persone, nonostante si speri moltissimo in questa missione dell’Onu richiesta dal governo haitiani.

C’è però senza dubbio una fede immensa e la preghiera della missione può fare la differenza.