Le notizie che giungono dall’Est della Repubblica Democratica del Congo non sono rassicuranti.
La guerra in corso nel Nord Kivu è diventata sempre più un conflitto regionale e non si ferma a Goma: le milizie armate dell’M23, sostenute militarmente dal Ruanda, avanzano verso il Sud Kivu, una delle province orientali dell’immenso Paese africano.
La prossima tappa dei guerriglieri potrebbe essere la zona limitrofa al lago Kivu, ossia la regione compresa tra Goma e Bukavu.
Al telefono con noi da Kinshasa c’è il fidei donum don Davide Marcheselli, associato ai saveriani, che vive proprio nel Sud Kivu, a Kitoto, ma con un gruppo di attivisti la scorsa settimana si era spostato in capitale per una missione legata alla denuncia di abusi nelle miniere d’oro.
«L’occupazione di Goma è avvenuta mentre noi eravamo a Kinshasa per portare all’attenzione della autorità congolesi la questione dei furti di terra e di oro che da anni avvengono nella nostra regione – ci racconta al telefono don Davide – Da qui dove siamo adesso è difficile però tornare a casa».
Il fidei donum spiega: «dovrebbe esserci un volo interno domenica prossima che arriva direttamente a Bukavu, nel Sud Kivu, atterrando a Kavumu, sempre con la speranza che da qui a domenica Kavumu continui a restare libera…».
Il dubbio di don Davide, infatti, è lo stesso di molti altri testimoni dal Kivu: le milizie armate dell’M23 stanno scendendo nella zona meridionale e dunque nei prossimi giorni potrebbero arrivare ad occupare anche Bukavu.
A Nyabibwe sono in corso in queste ore combattimenti tra ribelli ed esercito.
Alcuni giorni fa don Davide Marcheselli è stato ospite di un incontro on-line dal Congo, organizzato dalla Fondazione Missio e ha raccontato la sua battaglia per far luce sui furti di terra e di oro da parte di aziende illegali nel territorio del Sud Kivu. (QUI la registrazione del webinar).
L’immensa ricchezza del sottosuolo congolese è all’origine di questa guerra che prosegue da almeno dieci anni e vede coinvolto anche il Ruanda di Paul Kagame.
L’abbondanza di coltan, cobalto e oro nel sottosuolo del Kivu spinge le aziende a compiere moltissimi abusi e violenze, protette dall’esercito del Congo. Nello specifico in Sud Kivu sono attive un centinaio di compagnie illegali cinesi.
«Sono stata costretta a nascondermi in diverse case perché ero ricercata dai militari del Sud Kivu, perché avevo preso la difesa delle donne che lavorano nei campi di estrazione illegale dell’oro e avevo denunciato le violenze», ci racconta mama Resiki, una donna vittima dei predatori d’oro e attivista di Advem, l’associazione nata grazie a don davide, per difendere gli abitanti della zona.
E’ dunque molto chiaro, in base a questi racconti, che l’interesse dei miliziani ad occupare tutto l’est del Congo abbia a che fare con la terra e con le miniere e con i siti di oro e terre rare.
Anche solo scavando lungo i fiumi con mezzi artigianali è possibile estrarre pepite di oro che poi vengono ripulite, portate in Ruanda e da lì esportate altrove senza che ci sia la benchè minima tracciabilità del minerale.
Per approfondire la storia delle vittime dei cercatori d’oro nel Sud Kivu , qui un articolo sulla visita della delegazione di ADVEM a Kinshasa.