Giornata Mondiale per la cura del Creato: curiamoci dei beni che Dio ci ha dato

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«L’attuale pandemia ci ha portato a riscoprire stili di vita più semplici e sostenibili. La crisi, in un certo senso, ci ha dato la possibilità di sviluppare nuovi modi di vivere. È stato possibile constatare come la Terra riesca a recuperare se le permettiamo di riposare: l’aria è diventata più pulita, le acque più trasparenti, le specie animali sono ritornate in molti luoghi dai quali erano scomparse. La pandemia ci ha condotti a un bivio». Le parole del Messaggio di papa Francesco per la VI° Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato ci calano nell’hic et nunc della situazione mondiale del pianeta, per ricordare ai cristiani e a tutti i credenti che solo salvaguardando l’ambiente, l’umanità può guardare al suo futuro.

In occasione del 50esimo anniversario dell’istituzione di questa Giornata, il papa apre da oggi un “Tempo per il Creato” che si concluderà il 4 ottobre prossimo in occasione della festa di san Francesco d’Assisi. Non solo un tempo di preghiera ma anche e soprattutto di azione, sottolinea il papa che ci ricorda che «dobbiamo sfruttare questo momento decisivo per porre termine ad attività e finalità superflue e distruttive, e coltivare valori, legami e progetti generativi. Dobbiamo esaminare le nostre abitudini nell’uso dell’energia, nei consumi, nei trasporti e nell’alimentazione. Dobbiamo togliere dalle nostre economie aspetti non essenziali e nocivi, e dare vita a modalità fruttuose di commercio, produzione e trasporto dei beni».

I danni subiti dal pianeta hanno ricadute pesantissime su grandi masse di persone impoverite da calamità atmosferiche (siccità, inondazioni, esondazioni, e così via) che spingono molti uomini e donne a diventare migranti climatici perché privati delle condizioni essenziali per restare nelle loro terre. Nessuno può sentirsi in diritto di sfruttare le ricchezze della Terra per schiavizzare altri uomini, per fare traffici illeciti, per accrescere le proprie ricchezze, dato che non siamo padroni ma solo amministratori delle ricchezze naturali che Dio ci ha dato. «Se ci prendiamo cura dei beni che il Creatore ci dona se mettiamo in comune ciò che possediamo in modo che a nessuno manchi, allora davvero potremo ispirare speranza per rigenerare un mondo più sano e più equo».