Filippine, la rivoluzione (silenziosa) delle coltivatrici di alghe

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Una “rivoluzione” lenta e silenziosa si sta compiendo grazie alla coltivazione dell’alga marina.

Introdotta nelle Filippine negli anni Settanta, ha spinto sempre più donne a uscire di casa mentre i mariti erano impegnati nell’attività tradizionale della pesca.

Questa storia di emancipazione femminile e riscatto economico – per più di 200mila famiglie dell’arcipelago asiatico – è ben rappresentata dalla cooperativa Cherish.

Nata ufficialmente nel 2017 nella provincia di Palawan, affonda le sue radici negli anni Ottanta quando la hit “Cherish” del gruppo funk Kool & The Gang risuonava fino a queste coste.

La presidente della coop, Mardy Montaño, spiega: «Cherish significa proteggere e avere cura di ciò che abbiamo».

Ed è proprio ciò che fanno ormai 120 contadine, perché le alghe marine coltivate a qualche metro dal litorale sono un patrimonio prezioso, che può resistere persino agli effetti dei cambiamenti climatici (tempeste e alte temperature) se piantate in fondali più profondi.

Dall’Asia all’Africa, rappresentano la coltura acquatica con i più alti margini di crescita al mondo che occupa in particolare le donne.

Secondo la Fao, le Filippine si collocano al quarto posto della produzione globale, dopo Cina (in testa anche per la lavorazione dell’alga), Indonesia, Corea del Sud e prima di Corea del Nord, Giappone, Malesia.

Le alghe sono trasformate in noodles o snack, ma servono anche a produrre la carragenina, un addensante gelatinoso impiegato nei settori agro-alimentare, farmaceutico, cosmetico.

Ritroviamo questo additivo, per esempio, in dolci, gelati, budini, dentifrici, shampoo, lassativi. Montaño aggiunge: «Non dobbiamo più soltanto attendere che i nostri mariti tornino dal mare.

Adesso abbiamo un ruolo enorme per la nostra famiglia e la nostra comunità».

Con i suoi guadagni, il primogenito ha potuto studiare ingegneria agricola.

Una delle prime coltivatrici, Melinda Gimotea, è riuscita sia a trasmettere le sue conoscenze ai cinque figli, che da bambini aiutavano ad appendere le alghe per farle essiccare, sia a mandarli tutti all’università.

Il processo è virtuoso e collettivo: quando non pescano, gli uomini aiutano le mogli.