Covid, OMS: “Africa sulla buona strada, ma bisogna continuare a vaccinare”

E' necessario costruire sistemi sanitari nazionali solidi, anzichè puntare solo sui farmaci

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Il continente africano è “on track”, letteralmente sulla “buna strada” per sconfiggere l’epidemia di Covid. A patto che si continui con una vaccinazione costante.

E’ quanto annuncia con un comunicato stampa il Direttore Regionale dell’Oms per il continente africano, Matshidiso Moeti.

Nonostante i tanti ostacoli e la debolezza endemica dei sistemi sanitari nazionali, «negli ultimi due anni il continente africano – dice Moeti – è diventato più veloce, scaltro, e migliore nel rispondere all’insorgenza di nuovi casi di Covid-19».

«Siamo adesso in grado di dire che se l’attuale tendenza prosegue, c’è una luce alla fine del tunnel».

«Se restiamo vigili e agiamo con particolare intensità sulla vaccinazione – aggiunge Moeti – il continente è sulla buona strada per controllare la pandemia».

In ogni caso, i tassi di mortalità in tutta l’Africa sono stati comunque bassi, con tassi di guarigione tra i più elevati, in rapporto al resto del mondo, come confermano i dati  dell’Africa Centres for Disease Control and Prevention (Africa CDC).

In tutto il continente africano il Covid ha colpito finora circa 11 milioni di persone (il 3% dei casi globali) e portato alla morte 242mila persone.

Eppure, una volta superata la crisi pandemica – che non è terminata, poichè nuove varianti del virus sono sempre in agguato – l’Africa avrebbe bisogno di rivedere profondamente il suo sistema sanitario. E di investire nel rafforzamento della Sanità pubblica.

«Vaccini e farmaci non bastano», ci spiega Nicoletta Dentico, esperta di salute globale e di politiche sanitarie legate all’Oms.

«I paesi del Sud del mondo sono fortemente condizionati da politiche finanziarie internazionali (quelle imposte dal Fmi), che rimuovono ogni spazio di manovra sul versante della spesa pubblica».

Il Covid ha semplicemente messo in luce i problemi legati alla Sanità, e li ha esasperati.

«Non è così che ne usciamo – dice Dentico – Non è donando dosi residue di vaccino all’Africa; è vero che ora c’è quella che viene chiamata endemizzazione della pandemia,  ma non è da escludere che arrivino altre varianti».

«Ciò che è stato bloccato da sempre, è la possibilità di investire in salute nei paesi in via di sviluppo, a partire dall’Africa».

Manca, secondo Dentico (e secondo gli analisti che si rifanno ad una visione del multilateralismo finalizzato allo sviluppo nei Pvs) una «politica che lavori sulla fine della strangolatura del debito».

Cancellare i debiti in Africa, «per far in modo che i soldi possano essere erogati per la spesa sociale».

Se la costruzione di un servizio sanitario nazionale in Europa, argomenta Dentico, «ci ha consentito diventare un paese che ha un’aspettativa di vita molto elevata, ciò non è mai accaduto nel Sud del mondo».