Centrafrica al voto, si teme un Colpo di Stato

Il 27 dicembre il Paese terrà le elezioni presidenziali e legislative, in un clima di violenza e paura

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E’ un Natale triste quello che si preannuncia in Centrafrica: il Paese è di nuovo al centro di una sorta di guerra civile tra le 14 fazioni ribelli da una parte, e il governo centrale dall’altra. A pochi giorni dalle elezioni presidenziali – in agenda il 27 dicembre prossimo – si teme un Colpo di Stato.

Da Bangui, dove vive con le consorelle, dopo aver trascorso anni a Berberati, suor Elvira Tutolo, missionaria della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, ci racconta il clima di paura e sconforto che si respira.

«In realtà non è una situazione nuova per noi – spiega   -; questi 14 gruppi armati del Centrafrica non hanno mai deposto le armi dal 2015 ad oggi, ossia da quando si è conclusa la guerra civile. Negli accordi di Karthoum sono stati fatti a mio avviso degli errori: i ribelli avrebbero dovuto, in base al testo, accettare il disarmo e come contropartita partecipare alla formazione del nuovo governo. Ma in realtà non sono mai stati disarmati».

La possibile rielezione del presidente in carica Faustin-Archange Touadéra è  contrastata dai ribelli che sostengono l’ex presidente Francois Bozize; hanno occupato con la forza Bambari ed altre località sempre più vicine alla capitale.

«Il 70% del territorio è gestito da bande armate che sparano e terrorizzano la gente: come si fa con questo clima ad andare a votare?», si chiede suor Elvira Tutolo.

«È pieno di carriarmati dappertutto, ci sono i Caschi blu dell’Onu e sono arrivati aerei carichi di armi dai militari ciadiani».

 

Ma questa sorta di guerra civile ancora non dichiarata, contiene un secondo elemento di allarme: sono i vescovi del Centrafrica a denunciare “una guerra per procura”, i cui protagonisti sono Francia e Russia. Il presidente in carica gode dell’appoggio e delle armi dei Russi, mentre l’ex Bozize può contare sulla presenza francese.

Data la situazione, suor Elvira ci spiega che quest’anno sarà molto difficile festeggiare con gioia la natività e il nuovo anno; difficile contare come di consueto su una inaspettata speranza.

«Quando fa buio non si esce; in parrocchia la messa della vigilia è stata anticipata alle quattro del pomeriggio, siamo molto scoraggiate per quello che vediamo».