Haiti, fidei donum: “siamo in balìa delle gang e delle armi”

Maddalena Boschetti, missionaria fidei donum, parla di "somalizzazione del Paese".

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A tre settimane dal sisma che ha ucciso oltre duemila persone, Haiti affronta la più grave guerra tra gang mai vissuta in questa comunità caraibica. E’ una situazione «violenta e fuori controllo» che coinvolge vari quartieri della capitale Port-au-Prince, ma non solo.

Dopo l’uccisione del presidente Jovenel Moise, lo scorso 7 luglio (ammazzato da un commando armato entrato in casa sua), il Paese è allo sbaraglio.

Il terremoto devastante del 14 agosto ha favorito il caos nel quale prolifera l’attività predatoria delle bande armate. 

«Da una settimana è riesplosa la ‘guerra delle gang’ e si espande sempre di più. Se prima era circoscritta a Port Au Prince, adesso dilaga.  Sono gruppi armati impadronitisi di diversi quartieri della capitale, siamo in balìa del più forte e il più forte è quello che ha le armi più grosse».

E’ il racconto allarmante di Maddalena Boschetti, da 18 anni fidei donum a Mare Rouge. La missionaria descrive un far west totale dove «la gente è abbandonata a se stessa e lo Stato è fallito».

«Da qualche settimana – dice – ho scoperto una parola nuova, che viene ripetuta spesso qui: ‘somalizzazione’. Che indica un Paese senza Stato, o con uno Stato fittizio, mentre il territorio viene spartito tra le gang».

Maddalena descrive un concentrato di problemi sociali e politici che rendono quasi impossibile avere una normale quotidianità: «voi in Europa parlate del terremoto, ma non c’è solo quello. Immaginate una situazione di pericolo costante: noi viviamo così. Ad Haiti purtroppo siamo abituati alla morte. Inoltre circolano pochissime informazioni, non si parla abbastanza dei capi di queste gang che rilasciano video violenti su facebook».  

Ariel Henry, il primo ministro che ha assunto l’interim alla presidenza, dopo la morte scioccante di Jovenel Moise, ha dichiarato che la priorità per il Paese è ripristinare la sicurezza.

«Deve essere affrontato l’attuale stato di insicurezza nel Paese, che è di ventate molto preoccupante», ha detto durante una conferenza stampa.

Sta di fatto che i boss delle bande (giovani armati violenti e minacciosi) cercano il consenso rivolgendosi alla gente tramite appelli on-line.

«Usano molto i social e si mostrano come nuovi Robin Wood – spiega ancora Boschetti – uno di loro in particolare spopola con questi video, dicendo che sarà lui a liberare il Paese dal caos».

La missionaria è convinta che la Chiesa deve stare esattamente qui, dove accade tutto ciò:

«è nei Paesi più difficili che noi dobbiamo rimanere, per testimoniare quello che accade e anche per riportare la verità dei fatti. Io desidero proclamare la vita e la persona umana».