A Firenze atteso un “Patto di fraternità” tra vescovi e sindaci del Mediterraneo

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«I problemi urgenti del Mare Nostrum vanno affrontati insieme; questo è un incontro che ha un potenziamento: la presenza dei sindaci del Mediterraneo che sono oltre cento».

«Lo stesso La Pira nel dopoguerra si trovò di fronte a problemi simili ai nostri, ed egli scommise sulle attese della povera gente».

Nel presentare i temi al centro dell’incontro Mediterraneo, frontiera di pace 2′ (dal 23 al 27 febbraio a Firenze), il cardinal Gualtiero Bassetti ha parlato stamani dell’urgenza della collaborazione fattiva tra vescovi e sindaci «nell’ottica della Fratelli Tutti».

L’obiettivo è «intavolare un dialogo non a partire dalle fedi ma dall’essere cittadini» per stipulare un «Patto di fraternità»: sono le parole di monsignor Antonino Raspanti, coordinatore del Comitato scientifico organizzatore.

L’evento di Firenze – «epocale» secondo il sindaco della città, Dario Nardella –  vedrà dialogare circa 60 delegati della Chiesa provenienti da 20 Paesi bagnati dal Mediterraneo e oltre 100 sindaci, prima in sessione separate e poi in quella comune.

Si parlerà di migrazione, sicurezza sanitaria, ambiente, clima, dialogo interreligioso.

Tunisia, Libia, Libano, Israele, Giordania, Iraq e Territori Palestinesi saranno presenti con propri rappresentanti sia sul versante religioso che su quello civile. Si segnala in particolare la presenza dei sindaci di Misurata e Sirte in Libia, e di quello di Betlemme.

Mentre mancano all’appello i sindaci di Damasco e del Cairo, ma ci saranno quello di Amman, in Giordania e di Gerusalemme.

Presente tra i delegati della Chiesa, il patriarca della Città Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, anche in rappresentanza di Gaza.

L’obiettivo è elaborare, nella seduta congiunta di sabato 27 febbraio a palazzo Vecchio, una Carta d’intenti comune da consegnare a Papa Francesco.

L’idea che c’è dietro appare però anche più ambiziosa: «E’ una nuova concezione di Europa- ha spiegato il cardinal Bassetti – Il Mediterraneo è sì chiamato lago di Tiberiade, ma è un bacino che lambisce tre continenti, è un crogiuolo che assomma in sè tutti i problemi e tutti i pregi».

Il dialogo interreligioso e la «piaga dell’immigrazione», come l’ha definita monsignor Raspanti, sono due cardini di questo dialogo ma non le uniche tematiche sul piatto di Firenze.

«Con questo doppio appuntamento si completa il disegno lapiriano, sublimato dalla visita del Santo Padre», ha detto Nardella.

«Sono grato alla Chiesa che è in Italia per aver scelto Firenze – ha aggiunto il sindaco – , al Presidente Mattarella e al Premier Draghi la cui presenza renderà ancora più memorabile la settimana fiorentina».

 L’evento di Firenze «si inserisce appieno nel cammino sinodale – ha detto il Presidente della Cei – e rappresenta un percorso di estroversione, in continuità con quanto vissuto a Bari» nel 2020.