Il racconto di don Luca Fornaciari, fidei donum di Reggio Emilia, a Manakara

In Madagascar la GenZ si ribella, ora i militari al potere

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La rivolta di popolo in Madagascar, sfociata rapidamente in un Colpo di Stato militare che ha costretto il presidente Andry Rajoelina alla fuga, è «nata in modo genuino e dal basso».

La malagestione e la corruzione, i monopoli economici a vantaggio delle élite, e i continui black out energetici, nel corso dei mesi, hanno esasperato gli abitanti dell’isola e smosso gli studenti.

La rivolta, partita dalla facoltà di informatica si è poi conclusa in una presa del potere (sulla carta transitoria) da parte dei militari che il 14 ottobre si sono installati ai vertici.

«Ci auguriamo che possano rispettare gli impegni presi con il popolo malgascio» e indire presto nuove elezioni.

A spiegare tutto questo, da Manakara, nel sud-est del Paese, dove si trova in missione, è don Luca Fornaciari, fidei donum di Reggio Emilia e coordinatore di un progetto di università cattolica.

Tutto è «partito dalla protesta studentesca per la totale carenza di energia nella capitale e per l’aumento dei costi energetici; si è poi allargata nel resto della capitale Antananarivo». 

Almeno 22 persone sono state uccise all’inizio delle manifestazioni e più di 100 sono rimaste ferite.

Don Luca racconta che c’erano già molti segnali (colti da chi ci vive da anni) per intuire che prima o poi il sistema sarebbe saltato.

«In tutta l’isola, non solo nella grande città, noi abbiamo la corrente a fasi alterne: la notte non abbiamo luce.

Ad Antananarivo negli anni si è riversato il grosso degli abitanti dell’isola e ci sono moltissimi allacci abusivi.

Il sistema non regge ma la ragione è che c’è chi utilizza le risorse in regime di monopolio togliendole a tutti gli altri.

Il presidente e il suo entourage facevano passare tutto per le loro mani, affamando il popolo».

Adesso sembra che l’intera cupola sia stata rimossa.

La Francia ha sempre considerato il Madagascar come il suo protettorato.

«Le manifestazioni studentesche comunque ci hanno colto di sorpresa», dice il missionario.

«Il segnale positivo – spiega – è che, come sta accadendo in altri Paesi africani, è proprio la GenZ in ambito universitario a trovare la forza di ribellarsi».

L’Assemblea Nazionale del Madagascar ha votato il 14 ottobre scorso per mettere in stato di accusa il Presidente Andry Rajoelina. Dei 131 deputati che hanno preso parte al voto, 130 hanno votato a favore della sua caduta.

Il colonnello Michael Randrianirina a capo dell’unità militare ribelle che ha dato sostegno al popolo, ha annunciato che venerdì 17 ottobre si insedierà come Capo dello Stato provvisorio.

L’auspicio è che i militari non scippino al popolo la loro rivolta e lascino spazio ad un governo democratico.