Letti i nomi di 289 giornalisti uccisi a Gaza: Giulietti: “in Palestina giornalisticidio prepara il genocidio”

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«Dobbiamo ricordare che quello che sta accadendo in Palestina non è un massacro, è un giornalisticidio che precede il genocidio».

Perchè se chiudiamo gli occhi «tutto può essere compiuto» e il il falso può sostituire il vero.

Così, poco prima della lettura uno ad uno dei 280 nomi dei giornalisti palestinesi uccisi a Gaza, il portavoce di Articolo 21, Beppe Giulietti dal palchetto di piazza Santi Apostoli oggi a Roma.

La manifestazione, cui hanno preso parte un centinaio di giornalisti, organizzata dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Articolo 21 e Rete No Bavaglio, ha messo in guardia sulla strage dei testimoni che oscura la verità a Gaza. 

«Attenzione  – ha detto Giulietti – perchè se gli influencer possono sostituire i giornalisti, gli influencer possono essere ponti dove il vero è falso».

Sono 289 gli operatori dei media uccisi dall’esercito di Israele dall’8 ottobre ad oggi, e ogni nome è stato letto e scandito al microfono da ciascun giornalista accorso per prender parte all’evento.

Accanto ai nomi, riprodotti su un lungo striscione bianco, lo slogan ‘Non uccidete l’informazione‘.

L’ultima vittima della strage di giornalisti a Gaza aveva solo 28 anni e si chiamava Ayman Haniyeh, giornalista e ingegnere televisivo, è stato ucciso mercoledì mattina in un attacco aereo israeliano vicino all’ospedale giordano di Gaza City. 

Il rapporto «Assassinio della verità. L’uccisione dei giornalisti durante il genocidio a Gaza» del Centro palestinese per i diritti umani (Pchr), presentato ieri documenta crimini e violazioni senza precedenti, commessi dalle Forze di occupazione israeliane, contro giornalisti e media durante la “guerra genocidiaria” in corso, che entra ora nel suo 22esimo mese di orrore.

Stasera alle 19.00 un altro appuntamento a Roma per Gaza e la Global Sumud Flotillia: in Piazzale Aldo Moro, davanti all’Ingresso dell’Università La Sapienza, alle ore 19:00.

Il presidio, organizzato dal Global Movement to Gaza, è urgente per manifestare pieno sostegno alle navi della Flotillia in missione verso Gaza (per ora ferme a largo della Tunisia), dopo che un drone, questa notte, ne ha colpita una. 

«Due di noi si trovavano in coperta quando il drone è rimasto sospeso a circa tre, quattro metri sopra le nostre teste. Poi lo abbiamo visto spostarsi verso la parte anteriore del ponte – ha raccontato uno degli attivisti –

È rimasto fermo per qualche secondo, sopra i giubbotti di salvataggio, e poi ha sganciato l’ordigno».