Tunisia, dai gelsomini alle rose (con le spine)

Abil Moussi è in prima linea per guidare il fronte dei nostalgici di Ben Ali.

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 In un Paese sempre più diviso e sofferente, salgono nei sondaggi i nostalgici del dittatore Ben Ali, destituito dalle rivolte di piazza che portarono alla rivoluzione del 2011. La pasionaria Abil Moussi è in prima linea.

Dallo scorso 18 agosto la Tunisia ha una nuova Costituzione.

Ma il Paese reale è sempre meno felice. La riforma del testo costituzionale è stata fortemente voluta dal presidente Kaïs Saïed, che ha accentrato progressivamente il potere nelle sue mani, a partire dal 25 luglio 2021.

La Costituzione emendata mette nero su bianco e dà sostegno e vigore al graduale processo di allentamento della democrazia.

I poteri del presidente vengono rafforzati (ha il potere di nominare e destituire i ministri, di proporre leggi e ratificare Trattati internazionali), a fronte di un indebolimento di quello legislativo, giudiziario ed esecutivo.

La società civile tunisina naturalmente non ci sta. E scende ripetutamente in piazza: lo ha fatto soprattutto a ridosso dell’estate, prima della riforma.

Ogni forma di dissenso è scoraggiata e repressa.

Il problema sta anche in una subdola reintroduzione del legame indissolubile tra islam e istituzioni statali.

«La nuova Carta elimina il controverso riferimento all’Islam come religione di stato (presente nelle Costituzioni del 1959 e del 2014) ascrivendo la Tunisia nel quadro della cosiddetta umma, ovvero la comunità islamica universale. – scrive Lorenzo Fruganti dell’Ispi, Istituto di Politica Internazionale – Secondo i dettami della nuova Costituzione, lo Stato avrà il compito di «realizzare gli obiettivi dell’islam (quali la preservazione della vita, dell’onore, della proprietà, della religione e della libertà) nell’ambito di un sistema democratico».

Il rischio al momento è anche quello di alimentare un ritorno dei nostalgici di Ben Ali, il presidente destituito nel 2011, proprio in seguito alla Rivoluzione dei gelsomini che diede il là alle Primavere arabe.

Durante i primi giorni di ottobre del 2022 si è tenuta a Tunisi una manifestazione organizzata dal Partito desturiano libero (Pdl), derivato da quello di Zine El-Abidine Ben Ali, al potere dal 1987 al 2011.

Il Pdl è guidato da Abir Moussi, 47 anni una donna molto carismatica ma anche molto nostalgica del passato. I nostalgici salgono così nei sondaggi e sembra siano diventati il primo partito in un Paese sempre più diviso e sofferente.