"Per me è stato un modello facile e gioioso da copiare!"

“Raccogliere il testimone di Francesco”, i missionari auspicano continuità

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Mentre fedeli e pellegrini raggiungono piazza San Pietro per omaggiare il Papa e prendere parte sabato mattina ai suoi funerali in basilica, dalle periferie delle missioni di tutto il mondo continuano ad arrivare messaggi, pensieri e preghiere.

«Oggi, insieme al dolore di aver perso un padre, un fratello, uno di noi, è forte il desiderio e la speranza di raccogliere tutti gli insegnamenti di papa Francesco», ci dice suor Loretta Baldelli, delle suore missionarie francescane d’Egitto, per diversi anni in Guinea Bissau e a Tangeri, in Marocco.

Resta nel cuore, per suor Loretta, soprattutto il suo «linguaggio capace di parlare a tutti, l’attenzione alla persona povera,  emarginata, in difficoltà, i gesti semplici e quotidiani, l’amore e la franchezza per il vangelo».

Suor Anna Maria Geuna, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, invita a prenderne il testimone:

«sta a noi ora mettere in pratica quanto ci ha testimoniato – dice – fino all’ultimo istante.

Francesco si è totalmente donato al suo popolo».

Suor Raja, anche lei francescana, fa sapere:

«portiamo con noi la sua luce».

Dall’Iraq giungono le parole di suor Patrizia Canizzaro, delle suore missionarie francescane d’Egitto:

«per noi, missionari e missionarie impegnati accanto alle comunità cristiane e ai nostri fratelli musulmani, la presenza del Santo Padre è stata una luce nelle tenebre, un incoraggiamento a non cedere alla paura, a rimanere segno di speranza in mezzo al dolore».

Per padre Antonio Guarino, comboniano in Zambia:

«quella di Bergoglio è stata una vita all’insegna della povertà: era semplice, parlava a braccio perchè parlava con il cuore e ha desiderato una Chiesa povera.

Ha aperto i primi passi su questa strada, speriamo che il pontefice che Dio ci darà prosegua su questa via…».

Il desiderio più profondo di tutti i missionari – fidei donum, religiose e religiosi – che in questi anni di pontificato sono stati incoraggiati da papa Bergoglio in quanto “Chiesa autentica delle periferie”, è che «anche dal suo successore si possa ricevere la stessa indicazione».

Che non ci si chiuda nei formalismi e nei palazzi, che si possa andare avanti con uno stile e una sostanza di Chiesa davvero in uscita ed ecumenica.

«Ecco cos’è stato Papa Bergoglio per me che ero missionario in Africa: un modello facile e gioioso da copiare», dice don Giovanni Piumatti, per decenni in Repubblica Democratica del Congo.

(Foto credits: Chiara De Bonis)