Rapporto Caritas-Migrantes: scuola, sport e inclusione per i giovani di seconda generazione

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«È una trasformazione silenziosa e radicale quella che sta attraversando l’Italia: è quella che passa attraverso i volti, le storie e i sogni di giovani di origine straniera».

Così monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, ha commentato il 34esimo Rapporto Caritas italiana e Fondazione Migrantes “Giovani, testimoni di speranza” sugli immigrati di seconda generazione, spesso ancora senza cittadinanza e ai margini della piena partecipazione civile.

Sulla frontiera dell’inclusione si gioca una sfida importante per la società italiana che, secondo la Chiesa richiede aperture nuove a partire dalle politiche pubbliche.

«La scuola italiana, spesso lasciata sola, svolge un ruolo decisivo – ha sottolineato ancora monsignor Baturi -, ma servono progetti lungimiranti.

Cittadinanza, riconoscimento giuridico e appartenenza alla comunità nazionale sono ormai indispensabili».

Soprattutto per quanto riguarda le situazioni di irregolarità, bisogna riflettere sui frutti non solo di politiche che «chiudono le porte ma anche di non-scelte, di vuoti nella gestione dei flussi migratori. Non dobbiamo illuderci che ridurre la presenza straniera sia la soluzione.

La vera sfida è accompagnare questo fenomeno, promuovendo legalità, formazione e dignità del lavoro».

Pensato per ricercatori, operatori sociali e pastorali, e studenti, il Rapporto Immigrazione offre da oltre tre decenni una bussola critica per comprendere una delle più grandi transizioni generazionali della storia recente, e immaginare un’Italia che, nella differenza e nella multiculturalità, riconosca la propria forza.

Mentre nel contesto globale nel 2025 si contano 304 milioni di migranti (il doppio rispetto al 1990) e oltre 123 milioni di profughi e sfollati, in Italia i cittadini stranieri regolarmente residenti sono, il 9,2% della popolazione. Una presenza ormai strutturale, concentrata soprattutto al Centro-Nord e guidata dalle comunità di Romania, Marocco e Albania, seguita dai flussi in crescita da Bangladesh e Perù.

Dai dati citati nel Rapporto emerge che su 370mila bambini nati nel 2024, il 21% ha un genitore straniero, mentre le nuove cittadinanze concesse sono oltre 217mila.

Gli occupati stranieri sono 2,5 milioni (10,5% del totale), con alti tassi di disoccupazione (10,2%) e di inattività; il 35,1% degli stranieri vive in povertà assoluta, contro il 7,4% degli italiani; in agricoltura, 426mila lavoratori stranieri rappresentano oltre un terzo della forza lavoro del settore.

Per quanto riguarda l’inserimento culturale, nelle scuole italiane, gli alunni stranieri sono 910mila (11,5%), molti dei quali nati in Italia ma senza cittadinanza; solo il 35,2% delle ragazze straniere pratica sport. Sul piano delle religioni rappresentate il 51,7 è cristiano mentre il 31,1 è musulmano.

«Il Rapporto conferma – ha detto il direttore generale di Migrantes, monsignor Pierpaolo Felicolo – che dopo la prima accoglienza è fondamentale l’accompagnamento costante a una esistenza dignitosa e alla partecipazione diretta alla vita del Paese. Diamo meno spazio a ciò che facciamo e diciamo noi per loro, e più alla voce, alla testimonianza e allo sguardo sul Paese dei cittadini immigrati».