Nicaragua: ‘fede sotto il fuoco’ e 261 religiosi espulsi dal Paese

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Il rapporto della Ong per i diritti umani Colectivo Nicaragua Nunca Más, intitolato “Fede sotto il fuoco”, ha denunciato che almeno 261 religiosi, compreso il presidente della Conferenza Episcopale del Nicaragua, Carlos Enrique Herrera, sono stati espulsi dal paese in un clima sempre più teso tra il governo (guidato dai coniugi e co-presidenti, Daniel Ortega e Rosario Murillo) e il clero cattolico.

Nella lista ci sono anche i vescovi Silvio José Báez Ortega, Rolando José Álvarez Lagos e Isidoro del Carmen Mora Ortega.

L’elenco comprende oltre 140 sacerdoti di varie diocesi e più di 90 suore, oltre una decina di seminaristi e tre diaconi.

Inoltre, secondo il rapporto, il governo sandinista ha chiuso 5.609 associazioni senza scopo di lucro, di cui 1.294 religiose, tra il 2018 e il 2025.

La maggior parte di queste Ong religiose sono state confiscate dalle autorità.

Nel frattempo, l’Istituto statale delle telecomunicazioni, ha chiuso almeno 54 mezzi di comunicazione, di cui 22 a carattere religioso, tra canali televisivi e stazioni radio.

Le chiese, in particolare quelle cattoliche, hanno svolto un ruolo importante nell’essere mediatori e testimoni nel fallito dialogo nazionale del 2018, denunciando gli abusi e offrendo rifugio ai manifestanti feriti.

«Il non sostenere il governo e accompagnare la popolazione civile ha provocato l’ira del governo, che ha percepito le istituzioni religiose come una minaccia diretta alla sua volontà di rimanere al potere», ha scritto l’Ong.