In Cile, con la Sacra Famiglia di Spoleto

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La storia della presenza in Cile delle suore della Sacra Famiglia di Spoleto è stata scritta grazie alla presenza accanto ai bisogni concreti della gente, seguendo in particolare le famiglie in difficoltà.

Sono, oramai, trascorsi cinque anni da quando clamorose proteste di piazza sembrava avessero avuto la forza di trasformare il Paese.

Era l’ottobre 2019 quando l’estallido social – l’esplosione sociale – paralizzò il Cile per oltre tre mesi, facendo pensare ad una imminente rivoluzione.

La parola d’ordine sulla bocca di tutti i cileni era dignidad. Anche il cuore delle proteste, piazza Baquedano a Santiago fu ribattezzata Plaza Dignidad.

Si domandava la fine del dominio privato nella sanità, nella scuola, nelle pensioni, e, soprattutto, il superamento delle grandi disuguaglianze che caratterizzano ancora oggi la società cilena.

«L’estallido social è stato veramente un movimento di massa che ha fatto scendere in piazza tantissima gente, specie, i giovani, creando forse eccessive speranze nella popolazione – spiega suor Elsa Magdalena Espinoza Lobos, oggi segretaria generale della congregazione della Sacra Famiglia di Spoleto, dal 1967 nel Paese Sudamericano -.

La persistenza di tanti problemi come i costi dell’istruzione, la dignità della donna, le sacche di povertà e non ultimo la sicurezza sociale, hanno creato un forte senso di disillusione tra i cileni».

Nella storia della loro presenza in Cile, le suore della Sacra Famiglia di Spoleto sono sempre rimaste accanto alla gente, mettendo non di rado a rischio la loro stessa vita.

Hanno piantato e levato le tende più volte in varie località, cercando sempre di andare dove ci fosse più bisogno, rispondere alle urgenze più gravose.

Come dopo il colpo di Stato che l’11 settembre 1973 segnò la fine del governo di Salvator Allende.

Oltre a stroncare i sogni di liberà del popolo cileno, la dittatura dilaniò intere famiglie, moltissimi i morti e i desaparecidos.

«Davanti alle persecuzioni, alle sorelle non restava che unirsi al popolo nella sofferenza e nella lotta per la sopravvivenza, essere vicine a chi era torturato, alle famiglie delle vittime – prosegue suor Elsa -. Hanno manifestato in piazza accanto alle donne e alle mamme, le hanno aiutate nella ricerca della verità».

In quegli anni, d’altronde, la Chiesa rimase l’unica istituzione in cui il popolo poteva confidare.

Grazie alla visione profetica del cardinale Raul Silva Henriquez – la “spina nel fianco” di Pinochet – era nato il Vicariato della Solidariedad, organismo di salvaguardia dei diritti umani, luogo di accoglienza e protezione per tutti i perseguitati dove anche le suore prestarono la loro opera, facendo da mediatrici con la popolazione, ascoltando le storie, cercando di trovare le soluzioni ai singoli problemi.

«Da allora la Chiesa è rimasta una presenza forte ed autorevole nella società cilena – racconta ancora la religiosa -, giocando un ruolo di primissimo piano nella riconciliazione tra i poteri dello Stato e la popolazione, spendendosi per la ricerca della verità e la pacificazione.

Tanti i personaggi che si sono distinti in questo lavoro, come padre Mariano Puga, morto di recente, prete operaio e storico difensore dei diritti civili in Cile».

Oggi le suore si occupano soprattutto delle problematiche familiari in due Centri di orientamento: uno nel centro di Santiago ed uno in periferia, a Puente Alto.

«Il nostro Centro di Orientamento Familiare Nazaret-COFNA è nato per impulso dello Spirito Carismatico e in risposta agli appelli della Chiesa nella persona di papa Giovanni Paolo II, che chiedeva di offrire una particolare attenzione alla famiglia, sempre più maltrattata e minacciata da ogni parte – chiarisce suor Elsa -.

Oggi si sta sempre più consolidando, incrementando i servizi e offrendo uno spazio sicuro e comodo in un vero spirito di famiglia».

Creato nel 1995 a Santiago, nel Municipio di Florida, il COFNA è un’istituzione il cui obiettivo principale è quello di promuovere la stabilità della famiglia, curando lo sviluppo integrale di ciascuno dei suoi membri «con particolare attenzione alla coppia, alle donne, ai giovani e ai bambini» senza distinzione e senza alcun profitto.

Al Centro collabora un gran numero di professionisti e volontari, che offrono servizi qualificati come terapia psicologica, orientamento familiare, assistenza sociale, legale, medica (medicina generale e ginecologia) e soprattutto accompagnamento spirituale.

Grazie a loro numerose famiglie riacquistano stabilità e serenità e si aprono ad altre proposte di crescita delle suore.

Dal 2005 il Centro ha aperto una seconda sede, la Sagrada Familia, a Puente Alto.

Diverse le istituzioni universitarie che inviano i loro studenti a fare stage e tirocini nelle due strutture, l’Università “San Tommaso d’Aquino”, l’Università Del Alba, El Desarrollo, Los Andes, e l’Università salesiana “Raul Silva Enrique”.

Dopo l’approvazione della legge sul divorzio nel 2004, i centri offrono anche un servizio di mediazione familiare, che aiuta le coppie a risolvere con serenità il loro conflitto, in modo da non pregiudicare il loro futuro e, specialmente, quello dei figli.