Il modo migliore per rendere omaggio al Papa è far tacere le armi.
Ne sono convinti quattro sindaci e vescovi che hanno proposto una giornata di tregua internazionale per il 26 aprile.
«Sabato 26 Aprile sia per tutto il mondo un giorno di silenzio e di pace: tacciano le armi, cessi il fuoco, si fermi l’industria bellica, non si pronuncino parole d’odio»: lo si legge in un appello sottoscritto finora dai sindaci e vescovi di Verona, Firenze, Assisi e Lampedusa.
Le adesioni sono aperte e si esortano altri rappresentanti ecclesiastici ed istituzionali a sostenere l’appello e ad aggiungere il proprio nome.
«Noi sindaci e vescovi di alcune città italiane che sono state tappe dell’instancabile pellegrinaggio di
pace di Papa Francesco – si legge – ci rivolgiamo ai Capi di Stato e di governo, e alle delegazioni diplomatiche, che da tutto il mondo saranno presenti ai funerali del vescovo di Roma».
Ancora nella lettera aperta:
«un giorno di pace, un segnale di tregua, è la manifestazione più vera del cordoglio e del saluto ad
un uomo di pace.
Abbiamo fiducia che questa grazia si avveri, confidando nella volontà di chi può farlo. Chiediamo a tutte le donne e a tutti gli uomini di buona volontà, alle istituzioni, alle associazioni, di sostenere questa richiesta».

Crediti: Chiara De Bonis
In piazza San Pietro nel frattempo prosegue senza tregua il flusso di credenti, turisti, fedeli, semplici curiosi ed estimatori del Santo Padre, giunti per omaggiare il feretro in basilica.
L’attesa per entrare in chiesa, per chi non ha un canale preferenziale, va dalle due alle quattro ore: oggi è possibile mettersi in fila fino alle 24.
Suor Geneviève Jeanningros, delle Piccole sorelle di Gesù, missionaria con i giostrai di Ostia, grande amica di papa Francesco, è stata stamani tra i primi a sostare e pregare davanti al feretro del Pontefice.
Tra le figure istituzionali giunte in basilica per un ultimo saluto prima del funerale di sabato mattina, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni, e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
La bara verrà sigillata venerdì alle ore 20.00.
Ad attendere il feretro, sul sagrato della chiesa di Santa Maria Maggiore, sabato pomeriggio sarà per volere della Santa Sede, un «gruppo di persone bisognose» che renderanno omaggio a Francesco prima della tumulazione.
«I poveri hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio – si legge in un comunicato – Così anche nel cuore e nel magistero del Santo Padre, che aveva scelto il nome Francesco per mai dimenticarsi di loro».