E’ oramai chiara l’intenzione di Israele di arrivare al pieno controllo del 75% di Gaza, schiacciando la popolazione nel Sud della Striscia.
Dopo aver costretto allo sfollamento centinaia di migliaia di civili con l’esca dell’aiuto umanitario.
Le notizie giunte da Gaza, con la voce di chi ci vive, confermano assolutamente questo Piano di ‘deportazione’ del tutto illegale.
«Vogliono che la gente che non mangia da quasi tre mesi e fatica a muoversi per la malnutrizione, cammini a piedi per 5 km verso il checkpoint che hanno fatto a Netzarim – dice una fonte interna che vuole restare anonima –
Se passi, dopo che avranno controllato chi sei, e se riesci ad arrivare, ti daranno un pacco di aiuti umanitari che pesa quasi 50 kg».
Il corridoio di Netzarim è una linea di circa 6 chilometri che divide il nord della Striscia di Gaza dal resto del territorio.
«Devi prendere questo pacco – dice ancora la fonte da Gaza – camminare a piedi e non ritornare più al Nord dalla famiglia, ma invece andare verso il sud. Ma la gente morirà per la strada… dato che non ci sono mezzi di trasporto».
E ancora, dice: «la gente preferisce morire di fame vicino alle famiglie, piuttosto che morire nelle strade tortuose e farsi mangiare dai cani randagi».
Nel frattempo, ad ulteriore conferma del fatto che il Piano di distribuzione degli aiuti non ha nulla di umanitario, si è dimesso il direttore esecutivo della Gaza Humanitarian Foundation (la Fondazione privata incaricata della distribuzione), Jake Wood.
La motivazione è che l’intento del Piano, sostenuto dagli Usa, non corrisponde ai principi di una missione umanitaria.
Intervenuta stamattina alla trasmissione di Radio Tre, Tutta la Città ne parla, la giornalista Lucia Goracci ha confermato:
si tratta di un «Piano di sfollamento forzato verso il Sud della popolazione e non è un caso che gli aiuti entrino solo da Sud nella Striscia».
«Adesso non nascondono neanche più dietro un velo di reticenza i loro piani: l’idea è quella di tagliare la Striscia in tre, nord centro e sud e confinare tutti i civili con la calamita della distribuzione degli aiuti in bolle umanitarie sterilizzate nel Sud».
Secondo Goracci ed altri analisti, come Paola Caridi, in questo «l’Amministrazione Trump e quella di Netanyahu corrono parallele».
Tuttavia, l’Europa e le Nazioni Unite hanno annunciato che non si presteranno a questo gioco, «perchè lo sfollamento forzato della popolazione è un crimine – spiega ancora Lucia Goracci – Sono misure che fanno poco umanitari gli aiuti».
La giornalista, così come molti altri giornalisti sia in Europea che nel nostro Paese, si chiedono:
«cosa ancora dobbiamo raccontare da Gaza perchè qualcosa cambi?
Da Gaza si è visto uscire di tutto, è una strage continua in diretta streaming eppure si muove ben poco».
(Foto di Ismail Buhatab da Gaza)