Messaggi di auguri, di gioia, di incoraggiamento. Pensieri di speranza e previsioni di un futuro ancora più missionario per la Chiesa di Roma e del mondo.
Sono le tante parole che ci stanno arrivando dai missionari in diverse periferie del globo, sollecitati dall’elezione di un missionario al soglio pontificio.
«La strada è segnata e qui dall’Etiopia non possiamo che essere contenti di avere un Pontefice che ci ricorda il grande Papa della Rerum Novarum, in continuità con Papa Francesco e soprattutto che ha nel cuore la missione», dice Don Stefano Ferraretto, fidei donum della diocesi di Padova, dal 2019 nella Prefettura apostolica di Robe.
«Le aspettative sono immense per Robert Francis Prevost – ci scrive da Gerusalemme suor Cecilia Sierra Salcido, missionaria comboniana – Che sia un pastore nello stile di Gesù, semplice, vicino, compassionevole, capace di ascoltare il grido dei poveri e degli esclusi, con cuore profetico.
È nato in Nord America, ma ha radici profonde nel Sud globale».
Da Roma la comboniana suor Gabriella Bottani dice:
«c’era grande desiderio di un leader che andasse dritto all’essenziale del Vangelo: iniziando il suo discorso con le parole del Cristo risorto “che la pace sia con voi”, e proseguendo con l’invocazione alla “pace disarmata e disarmante”, Leone XIV va nella direzione sperata».
Più che un anti-Trump, come è stato da più parti raccontato, il nuovo Papa sembra essere un leader in grado di esprimere valori del tutto opposti a quelli del Potere. Una logica che sovverte.
«In realtà sono i valori del Vangelo – dice ancora suor Gabriella – : questo è uno dei grandi contributi che come cristiani possiamo offrire al mondo di oggi».
E ancora, una voce dal Marocco:
«Dobbiamo ringraziare i cardinali e lo Spirito Santo!», sottolinea suor Loretta Baldelli, delle francescane missionarie d’Egitto a Tangeri.
«Davvero è stato uno Spirito sovrabbondante e pieno di grazie. Leone è un Papa missionario, inclusivo e sinodale che parla di pace disarmata e disarmante.
E questo già ci fa intuire quale sarà la strada del suo Pontificato».
Ma è soprattutto chi ha conosciuto da vicino Papa Prevost ai tempi della missione peruviana, a parlarne come di una figura estremamente competente e attenta ad ogni aspetto della vita comunitaria.
Yolanda Diaz, sua collaboratrice a Chiclayo, in Perù, dice:
«dai migranti alla mobilità umana, dalla salute all’ambiente, si è occupato di ogni aspetto e ha avviato una riforma pastorale sfaccettata in diocesi.
Una delle prime cose che fece fu rafforzare la pastorale sociale che fino ad allora non aveva avuto una vera e propria struttura organizzativa».
Maria Soave Buscemi, biblista e missionaria fidei donum per molti anni in Brasile, pone ancora l’accento sul rapporto col sud del mondo.
«Il nuovo Papa, avendo servito Dio in zone rurali, tra comunità indigene, in luoghi dove spesso nemmeno lo Stato arriva, conosce bene il cuore dell’America Latina.
Prima di diventare vescovo era il superiore generale degli agostiniani, ha viaggiato e lo conoscono ovunque, in Asia, in Africa, in America, in Europa».
Appare dunque come un profilo a tutto tondo, completo, internazionale, attento alle periferie e senza preclusioni nei confronti di nessuno.
David Martínez de Aguirre Guinea, vescovo di Puerto Maldonado, che ha condiviso con monsignor Prevost alcuni incarichi nella Conferenza Episcopale Peruviana scrive:
«lo ricordo molto vicino alla gente: in pieno Covid si era dato da fare per i soccorsi e per promuovere una campagna per l’istallazione di un impianto di ossigeno».
Loreta Beccia, giovane missionaria comboniana da un anno in Camerun dice: «auguriamo al nuovo Papa di essere un profeta capace di seguire i passi di Cristo e di stare al fianco degli ultimi della terra e della Storia.
Sarà il Papa di tutti, ci sorprenderà con gesti semplici pieni d’umanità».
Dallo Zambia padre Antonio Guarino dice: «io credo che la Chiesa possa davvero essere contenta di questa scelta: ci sono tante ragioni per gioire, anche se Leone XIV ha delle sfide impegnative davanti a sè è temprato e i suoi principi sono saldi e forti».
Infine un bellissimo augurio dall’estrema periferia africana:
Suor Paola Letizia Pieraccioni, francescana alcantarina a Bodo nel Ciad meridionale scrive:
«la giovane terra d’Africa, portatrice di vita, gioia e maternità benedice Leone XIV con la forza spirituale dei suoi antenati augurando di farci danzare tutti al ritmo dello Spirito e di far entrare tutti in questa nuova danza».