«Gli anziani sono i pilastri dell’umanità e della storia, un valore essenziale nella vita umana.
C’è saggezza incarnata nelle loro parole: ascoltandole, riceviamo più di quanto diamo, perché ci edificano per tutto il cammino della nostra vita sulla terra.
Nelle loro parole, sento il profumo del vangelo: mi dico che Dio abita in loro».
Non ha dubbi Jeanne d’Arc Bahati, madre di nove figli, donna di Bukavu, nel Sud-Kivu, Repubblica Democratica del Congo.
Quando parla degli anziani, pensa ad un valore inestimabile, ad una direzione da seguire:
«Esperti del passato – commenta – sanno come si deve comportare un bambino, come un giovane può essere utile nella comunità, come un adulto può dimostrare maturità e responsabilità.
Conoscono tutti i sentieri della vita umana».
Jeanne d’Arc Bahati, sin da quando era bambina, si è mostrata attenta agli anziani. Racconta che, durante il secondo anno di preparazione alla Prima Comunione, scelse di svolgere il suo apostolato con gli anziani.
Uno di loro le chiese di spazzare la sua stanza: vedendo le pessime condizioni del suo letto, corse a casa e rubò un lenzuolo e una coperta.
Da quel momento, quando usciva di casa, andava sempre a vedere se aveva mangiato; altrimenti, prendeva del cibo a casa sua e glielo portava.
Nel 2018, formata e incoraggiata da Maria Masson, grande operatrice sociale a Bukavu, recentemente scomparsa, Jeanne d’Arc concretizzò la sua passione creando l’Associazione Assistenza agli anziani e ai bambini abbandonati-Apaed che tuttora opera.
È un ente aconfessionale, aperto a tutti, che «collabora con comunità di ogni fede.
Nelle attività comunitarie – spiega la sua fondatrice – invitiamo il capo villaggio, garante della comunità, a partecipare alle nostre iniziative».
Ma Jeanne d’Arc, personalmente, è mossa e animata da una profonda fede cattolica: «Agisco per amore di Cristo – confessa – e sono sempre nel cuore immacolato di Maria: è lei che mi aiuta a superare le difficoltà».
L’Apaed ha un focus prediletto sugli anziani, ma si prende cura anche dei bambini, spesso affidati ai nonni e facilmente abbandonati per mancanza di risorse.
«Se potessi trovare dei benefattori – prosegue la signora Bahati, illustrando il suo sogno nel cassetto – vorrei fondare un centro gerontologico per curare gli anziani malati e vorrei ristrutturare le loro case, affinché ognuno possa rimanere dove ha vissuto e affinché la comunità possa continuare a sperimentare i benefici della convivenza con loro».
Ma intanto Jeanne d’Arc Bahati non perde un attimo di tempo nel farsi prossima agli anziani con gesti semplici, quotidiani, ma preziosissimi.
Come andare a trovarli con qualsiasi condizione meteo, chiedere come stanno, preparare loro qualcosa da mangiare, o portare medicine.
D’altronde, confessa la signora Bahati, «non posso passare un giorno senza visitare una persona anziana: non mi sentirei a mio agio».
Nell’infinita guerra dimenticata che attanaglia il Sud-Kivu, sono proprio gli anziani i più vulnerabili: quando c’è un attacco tutti fuggono, ma loro non possono percorrere lunghe distanze e rimangono a casa, esposti ad ogni tipo di violenza. Molti soffrono di solitudine, abbandono, mancanza di cibo e cure.
«Vorrebbero vedere qualcuno passare, conversare, essere aiutati a uscire di casa e respirare un po’ d’aria: ma chi può farlo se la gente del quartiere o del villaggio è fuggita?», si chiede Jeanne d’Arc.
Molti ospedali non si prendono cura di loro, perché sono poveri.
Anche gli operatori umanitari si dedicano principalmente a bambini e donne.
Forse la negligenza nei confronti degli anziani è dovuta al fatto che la maggior parte delle famiglie in Kivu è troppo povera e dà priorità all’alimentazione dei figli.
«Nemmeno lo Stato congolese si prende cura di loro – denuncia la signora Bahati – nonostante siano stati i protagonisti della nascita del nostro amato Paese, loro che hanno coltivato e prodotto tutto ciò che vediamo oggi.
Eppure, c’è una mancanza di umanesimo, una dimenticanza del loro valore, come se il sostegno reciproco, la solidarietà comunitaria e la coesione sociale insegnatici dai nostri antenati stessero iniziando a venir meno».
Per questo motivo Jeanne d’Arc ha deciso di fare un passo verso gli anziani, per lanciare un grido in loro favore, affinché forse il mondo ne comprenda il valore.
In Repubblica Democratica del Congo e non solo.
Per contattare l’Apaed, scrivere a assistanceapaed2018@gmail.com

