Terra Santa: il cardinale Pizzaballa e la disperazione dei palestinesi di Gaza e Cisgiordania

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«Sono stati due anni molto difficili. Molto». Quello che è successo il 7 ottobre, e poi la distruzione di Gaza, «hanno creato una situazione inedita anche per chi aveva vissuto i conflitti del passato. Prima c’era sempre una percezione di ripartenza, ora non è così». A parlare dalla Terra Santa è il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, che torna con la mente all’autunno 2023. L’articolo di Gianni Borsa, inviato in Terra Santa per il Sir, racconta, tramite le parole del cardinale, ritorsioni, odio, polarizzazioni estreme e negazione dei fatti che proseguono tuttora. L’occasione è stato il pellegrinaggio dei vescovi lombardi a Gerusalemme e nei Territori palestinesi occupati.

«Abbiamo avvertito che si stava scavando un solco profondo», dice Pizzaballa.

«In piedi non c’è rimasto nulla. Ci sono due milioni di sfollati dalla Striscia. Si vive nelle tende, ma mancano acqua, energia, cure mediche. C’è odore di morte… L’inverno e il freddo si avvicinano. La parrocchia cattolica è diventata un hub, un luogo di incontro, un centro di smistamento degli aiuti, almeno quelli che arrivano. C’è tantissimo lavoro da fare, e la gente si impegna, pur in una realtà carica di paura, di risentimento». Per leggere il pezzo per intero clicca qui.