Un'iniziativa di Amnesty, Articolo 21 e Controcorrente Lazio

‘Verità su Gaza’: andare oltre la censura, rompere il silenzio mediatico

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«Fate sentire che c’è una campagna di indignazione, una luce, mettete fuori tutti gli striscioni il 24 maggio, non arrendetevi al cinismo.

Fatelo, fatevi sentire ancora più forte!

Tra poco non ci saranno più i palestinesi e allora il problema sarà risolto: l’oscurità (mediatica ndr.) sarà accompagnata dall’oscurità fisica».

Queste le parole di Giuseppe Giulietti, presidente di Articolo 21, rivolte ieri ai giornalisti intervenuti all’incontro Verità su Gaza, presso il Consiglio Nazionale dell’ordine dei giornalisti a Roma, promosso da Controcorrente Lazio, Amnesty International Italia e Articolo 21.

«Tutto è stato normalizzato a Gaza – ha detto Raffaele Oriani – È un genocidio fatto di tanti genocidi.

A noi giornalisti oggi non è neanche più chiesta informazione, ma azione!».

Le proposte concrete vanno dallo sciopero generale dei giornalisti ad una mobilitazione per sabato 24 maggio con l’esposizione di drappi bianchi (‘il sudario’) in segno di solidarietà con le vittime palestinesi.

Il grande tema censurato dalle redazioni è il genocidio ma non solo: «i giornalisti di Gaza hanno detto: ‘ok ora a tocca a noi e lo facciamo per voi’», ha fatto notare Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

Ma il materiale prodotto con immenso sacrificio non viene davvero utilizzato.

«Voi vi preoccupate di chiedere di entrare a Gaza e sottoscrivo tutto – ha detto ancora Giulietti – ma lo sapete che i palestinesi mandano i filmati e video da Gaza?

Perchè non trasmettiamo quelli che già arrivano da lì?».

«E’ difficile spiegare il pericolo cui siamo esposti – ha svelato da Gaza il giornalista palestinese Alhassan Selmi – Noi giornalisti siamo parte della storia che raccontiamo e potremo essere i prossimi martiri. Abbiamo fame e sete come il resto della gente qui».

I giornalisti uccisi a Gaza finora sono 220, ai quali va aggiunto il numero di tutti i parenti e famigliari delle vittime.

Secondo Giulietti per promuovere una protesta contro la tragedia del genocidio in corso «non basta il bacino nazionale perchè non si tratta solo di un problema nazionale».

L’idea può essere quella di lanciare «un’iniziativa davanti alla sede di Parlamento europeo con giornalisti e giornaliste» delle diverse testate europee.

In Italia esiste la censura sui crimini di Israele e «la politica è entrata dentro le redazioni – c’è entrata con la narrazione che Israele va condonato e i palestinesi sono dei sub-umani».