Ciad sotto choc, don Bocci: “pregate per il popolo, immaginate siano vostri figli”

Dopo l'uccisione di 50 persone in strada il Paese è sotto choc.

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Il Ciad è sotto choc. La popolazione è terrorizzata dopo la mattanza in strada del 20 ottobre scorso.

L’isolamento dal resto del mondo per oscuramento della rete rende tutto più difficile.

«Come vi ho chiesto tempo fa, pregate per il popolo ciadiano. Immaginate che quelli nelle foto siano qualche vostro vicino di casa, o peggio qualcuno dei vostri figli!»: è l’appello del fidei donum don Achille Bocci dalla capitale.

L’Organizzazione Mondiale contro la Tortura si è espressa duramente nei confronti delle autorità ciadiane, dopo che 50 persone sono state barbaramente uccise in strada durante una protesta antigovernativa a N’Djamena.

Si parla di «serie violazioni dei diritti umani» e di urgenza di avviare una inchiesta internazionale.

La violenta reazione delle forze dell’ordine su centinaia di persone che manifestavano dissenso per il protrarsi del cosiddetto “periodo di transizione” politica, ha spiazzato la comunità internazionale.  

Inoltre il governo del Paese ha oscurato la rete internet ed è attualmente impossibile per i suoi cittadini comunicare con il mondo esterno.

Don Achille era riuscito ad inviare un messaggio due giorni fa, raccontando la gravità del contesto.

«Purtroppo devo diffondere brutte e luttuose notizie sulla situazione della popolazione ciadiana massivamente in protesta contro le autorità che negano ogni tipo di democrazia, anche la più piccola come il diritto di manifestare il dissenso», scriveva.

«Subito alle luci dell’alba e poi durante tutto il giorno le forze armate hanno sparato direttamente sulle persone in strada, isolate o a gruppi o in folla, per distruggere col terrore e la morte ogni proseguimento delle proteste».

«L’ordine perentorio dato alle forze di repressione è stato, da prima che cominciassero le proteste in strada, di terrorizzare tutti con numerose granate lacrimogene lanciate prima delle 4 di mattina di giovedì 20 ottobre contro case e parrocchie nei quartieri più popolari della città».

Don Achille scrive ancora: «la tensione continua con i giorni che passano.

Nei gruppi whatsapp dei preti circolano foto molto crude delle vittime delle pallottole dei poliziotti e soldati».

Tutto ha avuto inizio quando l’opposizione politica ha fatto appello alla cittadinanza per l’avvio di proteste pacifiche nel giorno in cui i militari al potere avevano promesso che avrebbero messo fine ad un potere instabile che va avanti da quasi due anni.

La giunta militare, guidata da Mahamat Idriss Deby, 38 anni, figlio del Presidente deposto ed ucciso ad aprile 2021, è al potere da quella data, ma aveva garantito di voler trainare il Paese verso la democrazia.

Il popolo colpito e stroncato dalla repressione, impaurito e vittima di un trauma collettivo, adesso attende inerme ulteriori sviluppi.